Milano. Daloiso: "Bisogna creare il lavoro nei paesi del Mediterraneo"

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Parliamo di giovani, lavoro ed economia. La redazione di Italia Notizie ha avuto modo di intervistare Rossana Rodà Daloiso, presidente di Asigitalia, Associazione per lo Scambio Economico Italo-Euroasiatico e dei paesi del vicino Mediterraneo, in seguito all’appuntamento del Forum di Asigitalia che si è tenuto il 7 febbraio 2018 a Milano e parlando, poi, di eventi futuri dell’associazione Asigitalia.
D. Mercoledì 7 febbraio si è tenuto a Milano il Forum di Asigitalia “Il futuro della cooperazione economica tra Italia e paesi del Mediterraneo”. Com’è stato vivere ed organizzare questo evento e quali riscontri ha ottenuto?
R. Un fatto importante che riguarda questo evento è che, tutti i paesi o, comunque, la maggior parte dei paesi del Mediterraneo erano presenti. C’erano la Libia, la Tunisia, il Marocco, Libano, Egitto, Cipro. Non vorrei dimenticare nessuno. E’ stato bello perché per la prima volta hanno aderito in tanti, anche la Libia, e questo grazie anche al rapporto costruito negli anni, rapporti di stima, collaborazione. E’ importante creare una coalizione tra i vari paesi, come un collant, l’uno con l’altro. C’erano molti industriali presenti e interessati allo sviluppo di questi paesi. E’ fondamentale dire questo: io propongo sempre di fare in modo che i nostri industriali, come i piccoli imprenditori, creino proposte di cooperazione con imprenditori di questi paesi. Per cui non necessariamente le aziende italiane devono trasferire la loro logistica in questi paesi. Assolutamente no, La produzione italiana resta in Italia, tant’è vero che molte aziende che noi abbiamo seguito come struttura hanno produzione in Italia per la distribuzione europea, produzione nel Mediterraneo (nella fattispecie il Marocco) per la distribuzione nel Mediterraneo. Sono tutte separate. Non è giusto incentivare le aziende italiane a trattenersi in questi paesi perché, i nostri lavoratori, inostri giovani, i nostri operai devono lavorare. Il nostro lavoro sta avendo un grande successo per questo motivo: creare una cooperazione. Nessono deve correre l’uno all’altro, ma insieme.
D. Come hanno interagito i rappresentanti dei paesi intervenuti durante il Forum?
R. Hanno fatto delle richieste specifiche, noi abbiamo bisogno di questo. Ogni paese ha le sue esigenze, guardando soprattutto l’area del Mediterraneo. Abbiamo scelto il Mediterraneo perché preferisco fare un’area per volta. Il Mediterraneo, con le problematiche e le esigenze, sono le stesse per tutti i paesi. Per i paesi interessati vengono fatte delle specifiche richieste. Noi di Asigitalia collaboriamo sia con le Camere di Commercio, sia con le istituzioni. Noi siamo come un collant. Non essendo politici, collaboriamo con tutti e questa è la nostra forza. Vengono dunque fatte delle richieste specifiche: l’ente viene contattato, viene contattato l’associazione di categoria e altri colleghi dicendo ‘ci sono queste richieste, queste aziende’ e poi si lavora tutti insieme nella trasparenza.
D. Cosa possono offrire i paesi del Mediterraneo ale imprese italiane?
R. I paesi del Mediterraneo sono in via di sviluppo, hanno tanto da dare, c’è tanto da fare. Si lavora nella concretezza. Loro chiedono ‘aiutateci a sviluppare’: loro hanno dei territori annessi simile al nostro ma mancano le strutture. Se si crea lì il lavoro anche l’immigrazione, come abbiamo visto negli ultimi tempi in Algeria e Tunisia, non ci sarebbe, perché hanno lì da lavorare. Loro dicono ‘aiutateci, insegnateci’, infatti sto organizzando un gemellaggio con i paesi là. Nella formazione. Questo è fondamentale. Loro vorrebbero restare lì, bisogna creare lì il lavoro. Quindi i nostri imprenditori, le nostre risorse con i loro imprenditori: lavorare insieme per costruire lì. Ciò non toglie nulla alla nostra economia, perché comunque la casa madre di produzione resta qui. Qui si creano delle holding, delle produzioni con gli imprenditori locali
D. Giovani e lavoro: in che modo si stanno muovendo, a riguardo, i paesi del Mediterraneo?
R. Lavoro e giovani sono importanti, i gemellaggi con le Università, lo scambio culturale. Siamo nel mondo della globalizzazione, rendiamoci conto, la globalizzazione economica, culturale, ma bisogna concretamente realizzare. Si parla di globalizzazione ma, di fatto, non si vive nel mondo globale. Siamo molto provinciali, anche a livello imprenditoriale. Bisogna avere la visuale più ampia per il futuro ma anche per i nostri figli. Quindi lo scambio culturale, lo scambio umano, c’è una conoscenza. Nei paesi musulmani ci sono tante brave persone che lavorano, onesti. Il fanatismo è un’altra cosa. L’imprenditore musulmano è serio così come l’imprenditore italiano o cristiano serio. Non bisogna generalizzare, creare timori. Anche da noi ci sono il corretto e lo scorretto. 
D. Quali saranno i prossimi eventi di Asigitalia?
R. Abbiamo in programma un gemellaggio con le Università del posto, della Tunisia e dell’Algeria. A marzo abbiamo la Fiera del Mediterraneo, siamo partner del Parco Fiera Novegro  per sposare i paesi italiani e del Mediterraneo, artigianali. Sarà tutto documentato nel sito www.asigitalia.com e poi anche l’aspetto umanitario. Io sono anche presidente dell’associazione Haziel che si occupa molto di sociale per cui abbiamo in programma delle visite, come sono già state fatte in strutture. Abbiamo l’idea di realizzare una piccola squadra di calcio per togliere i bambini dalla strada, educare allo sport, avvicinare le istituzioni. Questo lavoro viene fatto anche sull’Italia. Asigitalia in ambito economico, Haziel con i rapporti umani e sociale. sono due cose differenti ma anche Asigitalia si occupa di futuro, non solo nell’ambito economico. e’ importante. Io, per esempio, sto imparando l’arabo: per conoscere la loro cultura è importante apprendere la loro lingua.
D. E’ difficile imparare l’arabo?
R. Assolutamente no. L’arabo ha una storia secolare. Non dimentichiamo, studiamo prima di parlare, prima di commentare o giudicare. Noi abbiamo molto da imparare da questa gente. Hanno una storia bellissima, hanno una grande spiritualità. Purtroppo i fatti di cronaca, questo terrorismo, queste immigrazioni fanno vedere soltanto uno specchio di queste persone, di questa gente. Da loro c’è tanto da imparare, hanno una grande cultura. Questa gente parla tre lingue. In Italia facciamo fatica a parlare correttamente l’italiano: questi sono dati oggettivi. Anche i bambini parlano correttamente inglese, francese, l’arabo che è la loro lingua. Hanno una grande cultura.
D. Quale messaggio vorresti lanciare ai radioascoltatori?
R. Un messaggio fondamentale che vorrei dare è che in un mondo globale, tutto ormai va troppo veloce, si fa fatica ad apprendere. oggi apprendiamo una cosa e successivamente già ce n’è un’altra da apprendere. Tutto corre troppo velocemente. Che sia scambio di informazioni, scambio di cultura, scambio di rapporti umani, insieme si può costruire molto velocemente. Tenga presente che io non sono da tantissimi anni presente a livello internazionale, eppure in poco tempo ho avuto grandissimi risultati perché adopero questa strategia: creare legami. La vita e le relazioni sono come l’economia. Il mio prof di economia diceva ‘bisogna creare mercato’. strategie, relazioni, rapporti tutti insieme nella trasparenza. Questo vorrei dirlo: io incontro tanti imprenditori con diverso fatturato, dal più piccolo all’industriale grosso ed importante, svizzero, londinese con fatturati enormi. La cosa che tutti vogliono oggi è la correttezza: c’è proprio un’esigenza, una richiesta sociale. Le persone si fidano, hanno bisogno di essere affiancate da persone perbene. Basta con tutte queste schifezze a livello internazionale. Ce ne sono tante di aziende che hanno pagato dei soldi per accedere ad alcuni mercati, ma queste storie è bene che le raccontano gli imprenditori. Ma è il momento delicato che stiamo vivendo di cambiamento, di ansie, incertezze anche: purtroppo è così. Tutti abbiamo bisogno di confrontarci con persone perbene. 

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