Conte rinuncia. Proposta indecente per un Governo del presidente?

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di NICOLA ZUCCARO. Roma, ore 20 di domenica 27 maggio 2018. Sono stati sufficienti venti secondi al segretario della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti per informare la stampa accreditata al Quirinale e l’Italia intera che il professor Giuseppe Conte rinuncia all’incarico affidatogli con riserva dal Capo dello Stato il 23 maggio per la formazione del nuovo Governo. 
E, dalla serie “tanto tuonò che alla fine piovve” per l’incongruenza della figura di Paolo Savona e più volte indicato in questi ultimi giorni quale futuro Ministro dell’Economia, le altre gocce che hanno fatto traboccare il vaso nello studio del presidente saranno sicuramente state quelle relative ad altri dicasteri “delicati” (Difesa, Interni e Giustizia) per la vita nazionale e i cui nomi, secondo quanto trapelato dal M5S, non sarebbero stati graditi da Mattarella. 
Ma se è vero come è vero che i tempi per un rilancio della trattativa Lega-M5S sono ormai scaduti, è altrettanto vero che per l’arbitro Sergio Mattarella sarà impossibile concedere i tempi supplementari per gli imminenti appuntamenti internazionali. 
E, in attesa di un’altra campagna elettorale, prevista fra la fine del 2018 e gli inizi del 2019, il Governo neutrale o del presidente consentirà quel lungo periodo di preparazione alla prossima tornata elettorale e che servirà a superare quel muro contro muro durato 83 giorni fra il Quirinale e il duo Salvini-Di Maio. A trarne beneficio dallo stesso saranno probabilmente quelle forze politiche (popolari, moderate e responsabili sul piano istituzionale) uscite notevolmente ridimensionate dalle elezioni del 4 marzo.   

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