Poliziotti lo uccidono in casa sua, per la famiglia 4 centesimi di risarcimento

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ROMA – In quella notte del 2014 la polizia era intervenuta perché, secondo i vicini, teneva la musica troppo alta nel garage dove aveva realizzato la sua “caverna”. Un intervento di routine che però si è concluso in tragedia e con la morte di Gregory Hill, 30enne, afroamericano, e padre di famiglia. Stando a quanto riportato dai media Usa, Hill aveva aperto la porta del garage dopo che gli agenti avevano ripetutamente bussato con forza, e poi l’aveva richiusa.

In quel momento uno dei due poliziotti aveva aperto il fuoco, sparando quattro colpi, uno dei quali lo aveva centrato alla testa. Durante il processo, conclusosi settimana scorsa, gli agenti avevano affermato che Hill li aveva minacciati arma in pugno. La vittima aveva con sé una pistola, in effetti, ma era scarica e si trovava nella tasca posteriore dei pantaloni. Secondo le indagini della scientifica è impossibile che l’avesse impugnata al momento degli spari. Stando alla giuria, che si è pronunciata sul caso: la responsabilità del tragico esito è da imputarsi a Hill per il 99%, e solo per l’1% ai poliziotti.

Per questo motivo alla famiglia – a cui era stato deciso di corrispondere il rimborso minimo, ovvero 1 dollaro per il funerale e 1 dollaro per ogni figlio a carico, per un totale di 4 dollari, dovranno essere versati solo 4 centesimi. Ovvero l’1% imputabile al pubblico ufficiale. «È come uno schiaffo in piena faccia», ha commentato la compagna di Hill alla Cbc, «come può una vita umana valere così poco? È vero che Gregory non era perfetto ma non era nemmeno un criminale».Soddisfatte invece le forze dell’ordine: «Era una situazione molto complessa per i nostri agenti che hanno reagito al meglio delle loro possibilità, date le circostanze. La decisione della giuria è giusta». 

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