Tria: "Pace fiscale non significa varare nuovi condoni"

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“Pace fiscale non significa varare nuovi condoni ma pensare a un fisco amico del contribuente, che favorisca l’estinzione dei debiti” ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in audizione nella commissione Finanze del Senato “In Italia gli oneri amministrativi per i contribuenti sono già molto elevati. La loro presenza spesso finisce con favorire le attività sommerse e le organizzazioni produttive informali. Quanto alle previsioni, quelle più recenti degli organismi internazionali per il 2019 ”indicano un rallentamento dell’economia dei principali Paesi europei, pur mantenendo tassi di crescita ampiamente positivi, che evidentemente avrà effetti anche sull’economia italiana. Nell’anno in corso è ancora possibile conseguire una crescita non lontana da quella programmata. In arrivo novità per l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive: si tratta di un’imposizione che non ha mai goduto del mio favore, da un punto vita della logica economica. Deve rientrare nel pacchetto della riforma che si sta studiando. La task force istituita per attuare il programma di governo ha l’obiettivo di analizzare i profili di gettito e distributivi del sistema in vista della definizione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale e in armonia con i principi costituzionali di progressività dell’imposta. Principi che, invece, l’attuale strutture dell’Irpef fa difficoltà a garantire. In Italia occorre ripristinare condizioni di stabilità e certezza per attrarre investimenti esteri e per sostenere i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario adottare azioni strutturali fortemente orientate a: rendere la tassazione più favorevole alla crescita, perseguire la semplificazione degli adempimenti, migliorare la tax compliance, preparare il terreno alla riduzione della pressione fiscale. Il reddito di cittadinanza sarà finanziato con strumenti di welfare già esistenti. Il costo della misura, non può essere considerato addizionale ma in parte sostitutivo di altre misure. Si dovrebbe quindi parlare di costo differenziale che dipenderà dal disegno specifico della norma che introdurrà il reddito di cittadinanza”.

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