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di BEATRICE GALLUZZO – Sale la tensione sulla questione migranti: Spagna e Francia contrarie agli sbarchi, Austria minaccia di schierare l’esercito al confine.
Alla vigilia del vertice dei Ministri degli Interni dell’Ue a Tallinn, sulla questione migranti c’è ancora molto da lavorare per trovare dei punti comuni e delle soluzioni condivise. Certo è, che le dichiarazioni rilasciate in queste ultime ore non fanno sperare nell’avvio di una cooperazione fruttuosa, almeno non nell’immediato. Hans Peter Doskozil, Ministro degli Interni austriaco è stato chiarissimo: “Se l’afflusso di migranti dall’Italia non diminuirà molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell’esercito fino a 750 uomini”. Insomma, l’idea è quella di un Brennero invalicabile, con i migranti trattenuti aldiquà delle frontiere. Ma anche Spagna e Francia non mostrano segni d’apertura in questo senso, poichè hanno già fatto sapere che i loro portisaranno chiusi e indisponibili nel permettere possibili sbarchi in futuro. In tutto questo, come emerge dai dati riportati dall’Oim (Organizzazione Internazionale per le migrazioni), dall’inizio di quest’anno al 3 luglio scorso ben l’85% dei rifugiati giunti attraverso il Mar Mediterraneo è arrivato nel nostro Paese. La percentuale rimanente è ripartita tra Grecia, Cipro e Spagna.
Eppure, durante il vertice di Parigi tra i ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania e il commissario europeo per gli Affari interni Dimitri Avramopoulos, tenutosi due giorni fa, è stata espressa “forte solidarietà all’Italia” e “impegno -da parte di Germania e Francia- in tema di rilocation”. Non è stato un meeting scevro di risultati: si è raggiunta infatti un’intesa su un documento in più punti, che verrà presentato poi in Estonia giovedì e venerdì. Tra i punti salienti dell’accordo troviamo un rinnovato codice di condotta delle Ong, con regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle stesse. Poi, sostegno economico alla Guardia Costiera libica per un più efficace controllo delle zone costiere; supporto a Oim e Unchr perchè i centri libici siano conformi agli standards internazionali sui diritti umani; progetti e intese migliorati circa il sistema dei rimpatri e della ricollocazione dei migranti.
Il premier ha salutato la conclusione dell’accordo con soddisfazione. “L’iniziativa italiana ha prodotto dei primi risultati, e mi auguro che generino effetti concreti. L’Italia interaè mobilitata per far fronte ai flussi e chiede una condivisione Ue che è necessaria se si vuole tener fede alla propria storia e ai propri principi.”- ha dichiarato Gentiloni. D’altronde, lo ha ribadito anche Avramopoulos, in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro: “La nostra priorità è lavorare a monte per ridurre il flusso di migranti verso l’Italia ed evitare tragedie nel Mediterraneo”. Inoltre, parlando della possibilità di aprire agli sbarchi i porti francesi, il commissario ha risposto “la Francia si è mostrata molto responsabile fin dall’inizio ma deve impegnarsi di più”. Il presidente francese, in un discorso tenuto davanti al Congresso, ci ha tenuto però a fare i giusti distinguo: “bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un’azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza confonderli con i migranti economici”.
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