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di BEATRICE GALLUZZO – Diablo winds li chiamano, ovvero venti del diavolo. Sono quelle correnti calde e secche che dalla primavera all’autunno soffiano sulle foreste e sui boschi della California, spesso trasformando i vasti terreni dello Stato in dei roghi spaventosi. Sta succedendo anche quest’anno, in misura impressionante: al momento stanno divampando almeno 17 incendi, dislocati sia a Sud, nella Contea di Santa Barbara, sia a nord a un centinaio di chilometri da Sacramento. Duemila pompieri sono stati adoperati per contenere le fiamme e per le operazioni di salvataggio, le quali hanno portato all’evacuazione di ben 8000 persone.
Nonostante gli incendi boschivi siano una costante in California in questa stagione, i roghi di quest’anno sono stati favoriti da un sostanziale e massiccio aumento delle temperature. Per rendere l’idea basti dire che il caldo verificatosi quest’estate non ha precedenti negli ultimi 113 anni. Già nel 2014, anno in cui gli incendi furono particolarmente devastanti, alcuni ricercatori pubblicarono un documento intitolato “Explaining Extreme Events of 2014 from a Climate Perspective”, introducendo nel dibattito la possibilità che l’aumento delle temperature terrestri abbia portato a un aumento della frequenza e dell’ampiezza dell’area colpita da questi fuochi stagionali. Proprio quest’anno però, con tempismo diabolico, il Presidente Trump ha deciso di estromettere la nazione dall’accordo sul clima di Parigi del 2015, il quale propone, tra le altre cose, uno sforzo congiunto tra le nazioni al fine di limitare il surriscaldamento globale.
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