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di BEATRICE GALLUZZO. Nicolas Maduro, presidente del Venezuela ed erede di Hugo Chàvez, è riuscito ad operare l’insediamento dell’Assemblea Costituente, pagata con sangue venezuelano, che scriverà la Costituzione “bolivariana” di una nazione presto inglobata dal potere presidenziale monolitico, con opposizioni e contrappesi istituzionali semplicemente spazzati via dall’equivalente politico di un colpo di scopa. La spirale di violenza instauratasi nel Paese- 124 morti in 4 mesi di proteste, 5000 persone detenute dalle forze di sicurezza- non ha lasciato il mondo indifferente: ben 40 nazioni si sono dette contrarie al riconoscimento dell’Assemblea.
Persino il Vaticano si è opposto a questo insediamento. Il Pontefice ha chiesto di “assicurare pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché della Costituzione vigente”. Poi, si è spinto oltre: ha chiesto la “sospensione”delle iniziative per la nascita del nuovo statuto fondamentale. Ovviamente, Maduro e i suoi lealissimi non hanno alcuna intenzione di accettare “interferenze straniere” negli affari venezuelani. Lo ha detto chiaramente Delcy Rodriguez, ex ministra degli esteri, ora presidentessa di questa Costituente formata da 545 mebri, tutti facenti parte delle forze governative. Le opposizioni, unite nella coalizione della MUD (Mesa de la Unidad Democratica) avevano boicottato le elezioni del 30 luglio, nelle quali secondo il Consiglio Nazionale si era registrata un’affluenza del 41,43%- ridimensionata al 12% secondo i dati delle forze anti-governative.
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