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di BEATRICE GALLUZZO. Corea del Nord e Stati Uniti minacciano attacchi, promettono vendette e giurano ritorsioni già da un po’. Qualche giorno fa Donald J.Trump aveva dichiarato “se Pyongyang continuerà con l’escalation della minaccia nucleare la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto” e di contro, le parole drammaticamente (ed esageratamente) apocalittiche del Presidente americano non hanno fatto altro che provocare una nuova risposta da Pyongyang. L’agenzia stampa nordcoreana Kcna ha infatti riportato la notizia secondo cui il Governo sia impegnato nella preparazione di un attacco alla base militare statunitense insediata nell’isola di Guam, nel Pacifico Occidentale, adoperando il missile balistico a medio-lungo raggio Hawsong-12.
Alle roboanti intimidazioni del regime fanno però da contrappeso le dichiarazioni delle autorità statunitensi stanziate nell’isola. Il governatore Eddie Calvo ha assicurato ai residenti che non vi è “alcuna minaccia”, né per quanto riguarda Guam né per quanto riguarda il resto delle isole delle Marianne più a nord, secondo le analisi rilasciate dal dipartimento della Difesa USA. Il Consigliere per la sicurezza dell’isola, George Charfauros, si ritiene sicuro che il dipartimento americano “stia monitorando la situazione e stia mantenendo livelli di allerta”.
Secondo quanto riportato dal Guardian, specialisti ed esperti di politica internazionale sono scettici circa la possibilità che avvenga un attacco nell’isola. Robert Kelly, professore associato all’Università Nazionale di Pusan l’ha detto chiaro e tondo: “c’è della retorica da entrambe le parti”- Usa e Corea del Nord, s’intende- “sono come due bulli nel cortile che gridano l’uno all’altro”.
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