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di BEATRICE GALLUZZO – Noemi, 16 anni, e una vita barbaramente spezzata dal suo fidanzato diciassettenne, in un background di fortissimo disagio sociale. La ragazza viveva a causa del suo carnefice una vita costellata di violenza, litigi, fughe e bocciature a scuola. La mamma non ce la faceva più – la colpa era di quel ragazzo pericoloso, con alle spalle già tre tso, di cui la figlia era così fatalmente succube. Ecco perchè Imma Rizzo, la mamma della giovane a maggio presentò ai carabinieri del suo paese, Specchia, una denuncia contro di lui.
A questo punto – occhio per occhio, dente per dente – la famiglia di lui aveva a sua volta denunciato Noemi. Queste persone si odiavano a tal punto che la relazione tra i due giovani era stata definita “un cancro” dal padre del ragazzo, lo stesso che ora risulta indagato per occultamento di cadavere. Oltre alla denuncia Imma Rizzo aveva anche avanzato una richiesta al Tribunale dei minori perchè i servizi sociali riuscissero a sottrarre la figlia da quel vortice di bestialità. Il provvedimento sarebbe stato infine attuato sì, ma troppo tardi, ovvero il giorno 6 settembre, quando la sedicenne giaceva già da due giorni sotto un cumulo di pietre a Castrignano del Capo.
Ora, sta al Ministero della Giustizia e al Csm capire il perchè di questo ritardo da parte del Tribunale dei minori di Lecce. Un’azione tempestiva da parte dell’autorità avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte di una ragazza di soli sedici anni? Forse sì, ed è questo che si cercherà di capire. Intanto a Lecce si tace. Il procuratore della Republica Antonio Maruccia dice semplicemente “No comment”. Maria Cristina Rizzo, procuratrice presso il Tribunale dei minori dice che sono in corso degli accertamenti sui tempi delle procedure. Infine Rocco Pagliara, sindaco di Specchia, ha affermato che “la nostra assistente sociale ha ricevuto a luglio una richiesta di relazione sulla situazione della famiglia dal Tribunale dei minori e l’ha evasa nello stesso mese, dopo aver ascoltato la ragazza e anche la madre”- documento arrivato al magistrato il 31 agosto.
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