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“L’incremento ha riflesso l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (per 32,9 miliardi, a 85,6; erano pari a 101 miliardi a luglio 2016), in parte compensato dall’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche (13,3 miliardi) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio (1,1 miliardi). Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 19 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,4 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato”.
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