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FIRENZE – “Dal 29 marzo 2019 non saremo più parte dell’Ue ma i nostri rapporti con l’Ue si potranno sviluppare in modo nuovo”: “propongo un periodo di attuazione degli accordi una volta usciti dall’Unione europea”, “ci sarà un limite temporale che potrà essere concordato in base all’articolo 50”. A riferirlo la premier britannica Theresa May parlando a Firenze e ricordando che “il periodo di attuazione dovrebbe durare due anni ma potremmo anche anticipare”. La premier britannica ha sottolineato la necessità di “un periodo di attuazione per una uscita dall’Ue senza intoppi”. In questo periodo che potrebbe essere di “due anni” o anche meno “i cittadini europei che vorranno venire in Gran Bretagna potranno farlo ma chiederemo loro di registrarsi”.
La Gran Bretagna – ha ribadito May – intende offrire piena garanzia per i diritti dei cittadini Ue residenti nel Paese. Le corti britanniche recepiranno la giurisprudenza della corte europea.
Gran Bretagna e Ue – ha affermato la premier – possono essere “creativi” nello stabilire una nuova relazione dopo la Brexit. “Gli occhi del mondo – ha evidenziato – sono puntati su di noi”. Per il primo ministro è dovere di Londra e Bruxelles trovare un accordo e lei si sente in proposito “ottimista”.
“Lasciamo l’Ue, ma non lasciamo l’Europa”, ha aggiunto assicurando che “in nessun modo” il Regno Unito intende abbandonare la sua alleanza con i Paesi del continente e il suo impegno comune per “la democrazia, i diritti umani, la difesa” e contro minacce internazionali fra le quali ha citato anche il programma nucleare della Corea del Nord. “Noi non voltiamo le spalle all’Europa, né smettiamo di essere membri orgogliosi” del continente europeo, ha rimarcato, pur rivendicando come una scelta democratica e di “sovranità” quella fatta con il referendum dell’anno scorso in favore della Brexit. Il successo dell’Ue – ha evidenziato – è ”profondamente” nell’interesse nazionale del Regno Unito. “La Gran Bretagna resta un fiero membro della famiglia di nazioni europee”, ha aggiunto.
L’Italia – ha detto in un altro passaggio – è in prima linea nell’emergenza migranti e la Gran Bretagna sta collaborando attivamente.
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