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di ANTONIO GAZZILLO – In Veneto è riesploso il caso Pfas. Sono stati eseguiti dei controlli su 1342 adolescenti, nati tra il 1997 e il 2001, di Brendola, Lonigo, Sarego e Alonte, paesi che si trovano a nord-ovest di Vicenza vicini alla fabbrica svizzera Miteni, che produce Pfas.
I risultati delle analisi hanno mostrato che i perfluoroalchilici, sostanze prodotte dalla fabbrica sopra citata e usati nel nostro quotidiano per esempio nel cartone della pizza, scorrono nel sangue dei ragazzi della provincia di Vicenza.
Il Pfas si è diffuso tramite i rubinetti e l’acqua potabile mentre si è scoperto che nel sangue di un operaio che ha lavorato per undici anni alla Miteni si sono depositati 91.000 nanogrammi di solfuro di carbonio e acido fluoridrico.
Infatti nel reparto di produzione dell’azienda dal 1965 sono morte ventuno persone su sessantanove.
Per questo non è difficile trovare nella provincia di Vicenza le cause del cancro al rene per le donne e del cancro ai testicoli per gli uomini.
In merito alla vicenda è intervenuto il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che ha affermato di voler abbassare ai livelli della Svezia i livelli di Pfas nell’acqua.
Il ministro dell’Ambiente, Luca Galletti, invece, ha accusato Zaia di aver speso solo 8 dei 90 milioni stanziati nel 2005 dallo Stato per far fronte a tale emergenza.
Intanto i controlli proseguono nelle quattro province colpite: Vicenza, Verona, Rovigo e Padova.
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