Pinotti: "Necessario dedicare attenzione e risorse alla sicurezza del mondo virtuale"

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“Per continuare a poter usufruire pienamente delle immense risorse che ci mette a disposizione la tecnologia dell’informazione, e per poter accedere a tutti gli sviluppi che le nuove tecnologie ci promettono, dobbiamo necessariamente dedicare attenzione e risorse alla sicurezza dell’ambiente cibernetico. Il mondo ‘virtuale’ è popolato da fatti reali e concreti che toccano la vita dei cittadini, delle imprese, delle istituzioni. Molto semplicemente, non possiamo fare a meno di questa tecnologia e queste risorse. Si tratta di beni essenziali per la vita – anzi, per la sopravvivenza – della nostra società, ed è nostro dovere tutelare questo bene, mantenerlo integro e garantire a tutti la sua fruibilità. Per questo motivo, il ruolo delle Istituzioni pubbliche è fondamentale” ha dichiarato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, durante l’evento Cybertech Europe 2017 “È compito dello Stato tutelare la collettività nella sua interezza, proteggendola tanto dalle violazioni delle regole che si verificano al suo interno quanto dalle offese che vengono dall’esterno. Ma proprio come avviene nel caso del mondo cosiddetto ‘reale’, non può essere solo lo Stato, nelle sue varie articolazioni, a tutelare la sicurezza del sistema e il rispetto delle regole. Gli attori privati sono altrettanto importanti. Grandi aziende e Istituzioni dello Stato devono sedere, fianco a fianco, e devono lavorare insieme, ovviamente nel rispetto dei rispettivi ruoli. Ma oltre alla protezione dell’integrità dei sistemi informatici e della loro corretta fruizione, dobbiamo dedicare una grande attenzione anche ai ‘contenuti’ che, attraverso la rete, giungono a destinazione, nei circuiti informativi, nelle nostre case, nelle stanze dei nostri figli. Anche in questo settore, lo Stato deve fare la sua parte. La Difesa, per quanto le compete, sta studiando questo genere di minaccia, e sta studiando anche come possano essere elaborate delle ‘contro-narrazioni’ che ci permettano di contrastare i ‘racconti’ di chi incita alla violenza e al conflitto. Avremo dei risultati fra pochi mesi, e li metteremo a disposizione degli altri soggetti chiamati a contrastare questo genere di minaccia. Esiste oggi una forte vulnerabilità per tutti gli Stati, perché le potenzialità offensive degli attacchi cibernetici sono elevatissime e le capacità difensive rischiano di arrivare troppo tardi per essere davvero utili. Ed esiste una forte vulnerabilità del sistema di sicurezza internazionale nel suo complesso, perché non è affatto facile individuare le responsabilità di eventuali aggressioni e, quindi, attivare la Comunità internazionale per sanzionare i responsabili. Per questi motivi, ci troviamo in una fase dove il rischio di un conflitto internazionale combattuto nella dimensione cibernetica è più elevato del rischio di un conflitto militare tradizionale, ma d’altra parte non possiamo escludere che dal primo si scivoli, senza controllo, nel secondo. Dobbiamo allora immaginare soluzioni nuove che permettano di costruire prima un ragionevole grado di trasparenza sui rispettivi ‘arsenali cibernetici’ e, poi, ragionevoli misure di confidenza reciproca”.

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