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ROMA – I giudici della III corte d’assise di Roma chiedono l’ergastolo con isolamento diurno per due anni per Valentino Talluto, l’uomo sieropositivo di Acilia accusato di aver contagiato con rapporti sessuali non protetti decine di donne. Non possono esser concesse le attenuanti generiche non avendo mai mostrato pentimento. Insomma Talluto non ci aiutati, non ci ha detto nemmeno un cognome delle ragazze di cui sapevamo solo i nomi. Si è sempre chiuso dietro silenzi e bugie”. Così ha il pm Neri nel corso della requisitoria del processo a Talluto, che risponde delle accuse di epidemia dolosa e lesioni gravissime.
“C’è la firma su questi contagi. E Talluto sapeva di essere sieropositivo ma continuava a chiedere rapporti non protetti dicendo mille bugie alle sue partner”. Ha aggiunto il pm Elena Neri nella requisitoria del processo a Valentino Talluto.
“Questa indagine è incompleta perché sin da ora bisogna comprendere che i tabulati telefonici che abbiamo potuto prendere in esame risalgono solo a due anni prima (2013-2015). Questa indagine comprende quindi solo le persone che siamo riusciti a rintracciare tramite i tabulati telefonici, le dichiarazioni delle ragazze o coloro che si sono curati negli ospedali romani. Non abbiamo trovato altre persone anche perché lui non ci ha mai aiutato, non ci ha detto i cognomi dei nomi memorizzati sul suo cellulare e si è sempre chiuso dietro silenzio e bugie. Non sapremo mai l’esatto numero delle persone che ha contagiato. Non sapremo mai l’esatto numero delle persone che ha contagiato”.
“Valentino Talluto ha sempre negato ogni responsabilità anche di fronte all’evidenza, non si è mai pentito, ha agito con dolo dissimulando il suo stato di salute e ha colpito una moltitudine di persone, trasportandole in un mondo ignoto. Per i danni causati a donne, bambini e uomini, accomunati tutti dallo stesso virus dell’imputato, possiamo dire che quella compiuta da Talluto è una vera e propria strage sociale”. Così l’avvocato Irma Conti, legale di parte civile per conto di 17 persone offese, ha chiesto ai giudici della III corte d’assise di condannare il giovane al pagamento di 900mila euro per ciascuna delle vittime, più una provvisionale pari a 100mila euro. Secondo la legale “tutto il programma criminoso e crudele di Talluto” conferma che abbia agito secondo un “clichè seriale, con lucida e determinata pianificazione, mietendo vittime cercate tramite chat, donne prima corteggiate e poi diventate sue fidanzate”.
Lui “si presentava come una persona sana, un donatore di sangue, per conquistare il loro cuore e la loro fiducia. La sua è stata una diabolica programmazione perché l’imputato si è comportato sapendo perfettamente come trasmettere il virus, aggirando le pur deboli opposizioni di alcune delle partner ed esibendo falsi certificati medici per provare che godeva di buona salute”.
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