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di BEATRICE GALLUZZO – Una giovane donna sull’orlo delle lacrime racconta delle ultime vicende catalane. Lo fa con tono greve, accompagnata da un sottofondo musicale tragico, eseguito al pianoforte. L’associazione indipendentista Omnium ha rilasciato da qualche giorno su YouTube il video “Help Catalonia. Save Europe”, per sensibilizzare i cittadini europei sulle vicende che hanno scosso la regione dal giorno infausto di quel referendum indipendentista dai risvolti ancora incerti. Tra le previsioni e l’esito, però, qualcosa è andato storto. Il video è stato subissato di critiche a causa, sostanzialmente, del suo parossismo melodrammatico e del suo tono catastrofico, veicolato dalle labbra tremanti dell’attrice Anna Maruny, coinvolta anch’essa nel turbinio di critiche alzate dai detrattori del video.
Essenzialmente creato sulla falsariga di “I am a Ukranian”(“Sono un’ucraina”) nel quale l’attivista Yulia Marushevska parlava della crisi scoppiata nel 2014, l’ambizioso video catalano, tra l’altro, mischia immagini sia delle rivolte dovute realmente al referendum del primo ottobre, sia spezzoni di una marcia femminista che ha avuto luogo a Santiago di Compostela; almeno, secondo quanto dichiarato dalla piattaforma Galiza Contrainfo.
Per quanto riguarda l’attrice del video, da giorni non ha contatti con il mondo esterno a causa di quello che ha definito “un assedio”. Rivoltasi all’associazione catalana degli attori e dei registi professionisti (AADPC), Anna Maruny ha chiesto che venisse riconosciuto e denunciato il linciaggio mediatico del quale è stata vittima. In attesa di possibili azioni legali, la questione ha comunque superato il limite del buonsenso. Dopo averla insultata su praticamente ogni singolo social network alla quale la giovane fosse iscritta, lo squadrone degli indignati ha avuto l’idea di setacciare anche i dettagli della sua vita professionale, trovando il suo profilo LinkedIn, nel quale risultava assunta dall’Hotel Arts Ritz Carlton di Barcelona. Ovviamente, la direzione dell’albergo ha dichiarato di aver chiesto alla donna di rimuovere dal suo profilo ogni connessione con l’hotel in questione, dopo che anche il rinomato residence era finito anch’esso invischiato nel vortice denigratorio di un Web che non perdona mai.
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