Delitto Pasolini: anniversario senza i segreti di Pelosi

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di NICOLA ZUCCARO. Poeta distintosi in particolare con Poesie a Casarsa e le Ceneri di Gramsci. Regista cinematografico: celebri divennero nella Storia del Cinema Italiano pellicole quali Salò e Accattone. Scrittore e romanziere salito agli onori della Storia Letteraria Italiana per gli Scritti Corsari e per il Romanzo Petrolio – scritto fra il 1972 ed il 1975 – ma pubblicato postumo nel 1992. Saggista, editorialista e giornalista.
Traduttore non solo in lingua italiana ma anche della lingua della sei suoi avi; il friulano. Questa figura dall’immensa e straordinaria poliedricità, corrispondente alla persona e alla personalità di Pier Paolo Pasolini, fu barbaramente assassinata nella notte fra il 1 ed il 2 novembre 1975. Erano da poco passate le 6.30 della giornata dedicata ai defunti, quando una donna ritrovò nei pressi dell’Idroscalo di Ostia, il cadavere che qualche ora più tardi a seguito del riconoscimento, da parte del suo amico Ninetto Davoli, corrispose al corpo barbaramente ridotto di Pier Paolo Pasolini. Iniziò la caccia all’omicida, subito individuato in uno dei “ragazzi di vita” letterariamente celebrati, nella persona di Pino Pelosi. All’epoca diciasettenne e già noto alla Polizia come ladro di auto e fermato sulla stessa Alfa Gt 2000, di proprietà dello stesso Pasolini, Pelosi rivelò nel primo interrogatorio di essere stato avvicinato da Pasolini, nelle vicinanze della Stazione Termini e da questi invitato a salire sulla vettura, dietro la promessa di un compenso in denaro, contraccambiato da una prestazione sessuale, consumatasi successivamente nel luogo del delitto. La dinamica (a tutt’oggi poco attendibile) attraverso cui si consumò l’efferato omicidio, consistette in ripetute bastonate alle quali seguì il brutale investimento con la stessa auto guidata da Pino Pelosi. Questi fu condannato in primo grado per omicidio volontario in concorso con ignoti e il 4 dicembre 1976 con sentenza della Corte d’Appello pur confermando la condanna dell’unico imputato non fu escluso il riferimento alla presenza di altre persone, parte attiva nell’omicidio. Un elemento di non poco conto che, a 40 anni di distanza da quel macabro rinvenimento, tiene ancora in piedi la tesi secondo la quale, parteciparono più persone ad un delitto per la cui motivazione, gran parte degli amici e degli intellettuali vicini a Pasolini, continuano a sostenere il movente “politico” dell’assassinio. Una tesi fondata se rapportata alla sua produzione letteraria e cinematografica così scomoda, tanto da aver provocato allo stesso Pasolini dei duri periodi di isolamento nel corso della sua vita.
Di Pier Paolo Pasolini resta, oltre al Mistero della sua barbara morte, una voluminosa Letteratura entro la quale emerge che egli non fu un “Uomo di Lettere” come tanti ma quell’Intellettuale capace di indurre la gente comune a riflettere sull’andamento di una società emarginata (è raccontata in Ragazzi di Periferia), distratta e viziata dal consumismo e di un mondo ostaggio del potere. Un ritratto che induce a domandare e a domandarsi se a quarant’anni dal quel tragico avvenimento, la cultura e la letteratura italiana dispongono di figure dell’identico spessore critico e dell’identica profondità analitica di Pier Paolo Pasolini.

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