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“I rischi per la stabilita finanziaria derivanti dall’economia internazionale si stanno riducendo, ma persistono elementi di incertezza sulle politiche economiche nelle diverse aree” ha dichiarato la Banca d’Italia nel secondo numero del 2017 del Rapporto sulla stabilità finanziaria “La volatilità molto bassa osservata sui mercati finanziari può essere il segnale di un’eccessiva propensione al rischio degli investitori; il verificarsi di eventi negativi potrebbe innescare variazioni rilevanti dei prezzi dei titoli. Nell’area dell’euro il consolidamento della crescita e le decisioni di politica monetaria hanno attenuato l’incertezza. In Italia la vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese continua a ridursi. Un peggioramento potrebbe materializzarsi nel caso, particolarmente sfavorevole, di un forte rallentamento della congiuntura accompagnato da un rialzo dei tassi di interesse. Un eventuale aumento dei rendimenti di mercato, se in linea con il miglioramento della congiuntura, è ampiamente sostenibile dall’economia italiana. La capacità delle famiglie e delle imprese di rimborsare i debiti rimarrebbe elevata anche nell’eventualità di sostenuti rialzi del loro costo. Una riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto appare conseguibile anche nell’ipotesi di rialzo dei rendimenti, che si rifletterebbe lentamente sul costo medio del debito. Un alto livello del debito pubblico costituisce tuttavia un fattore di vulnerabilità; resta cruciale la credibilità dell’impegno a ridurlo. Nei prossimi mesi, il principale rischio per la stabilità finanziaria in Italia è costituito da un forte rallentamento dell’economia che indebolirebbe i bilanci delle famiglie, delle imprese e del settore finanziario. Anche nel settore bancario diminuiscono i rischi. La soluzione della crisi di alcuni intermediari durante l’estate ha dissipato gran parte dei rischi sistemici. Si riducono i nuovi crediti deteriorati; anche le consistenze sono in forte diminuzione. Il grado di patrimonializzazione complessivo del settore bancario ha ripreso ad aumentare. Il costo del capitale dei principali intermediari è diminuito, ma rimane più elevato di quello medio delle altre banche europee. Le analisi effettuate dalle autorità di vigilanza indicano che banche e compagnie di assicurazione italiane sono poco esposte al rischio di un aumento dei tassi”.
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