[ad_1]
Per il presidente emerito della Repubblica, la disponibilità al dialogo e all’ascolto, quali doti che caratterizzano la personalità dell’attuale Premier, potrebbero rivelarsi decisive nella conferma a Palazzo Chigi, nel qual caso, dalle urne del 4 marzo, non dovesse uscire una maggioranza o quella maggioranza (il riferimento è in particolare al centrosinistra) autosufficiente per poter governare l’Italia.
E se da più parti in queste ultime ore di campagna elettorale l’espressione “larghe intese” viene frequentemente pronunciata, dal Colle più alto di Roma, Sergio Mattarella nel studiare le “sue contromosse”, che potrebbero condurre e con molta probabilità verso un cosiddetto Governo del Presidente, avvalendosi delle consultazioni con gli ex Capi dello Stato (a tutt’oggi, l’unico e vivente, corrisponde alla persona di Giorgio Napolitano), riceverà e forse recepirà, definitivamente, l’indicazione del suo predecessore, al punto da dover proporre alle delegazioni politiche che riceverà al Quirinale, un Governo del Presidente “Emerito”.
Di breve durata, sia per rivedere una Legge Elettorale che già prima delle urne si è mostrata, con sondaggi alla mano, improponibile per la governabilità del Paese, sia per varare una eventuale manovra economica e finanziaria correttiva (preannunciata nelle scorse settimane e che forse sarà nuovamente richiesta dall’Unione europea). Il tutto, con la benedizione di Re Giorgio Napolitano, con la supervisione di Sergio Mattarella e con l’ordinaria amministrazione (se non di un Commissariamento) affidata a Paolo Gentiloni.
[ad_2]
Source link
Leave a Reply