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di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO – Mark Zuckerberg, dopo la prima class action contro Facebook, ha rotto il silenzio sullo scandalo dei dati personali raccolti sul famoso social network. Il fondatore ha ammesso gli errori e ha aggiunto: “abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni”. Zuckerberg ha poi lanciato un allarme, dichiarando che la piattaforma potrebbe essere di nuovo manipolata per influenzare il voto di metà mandato, in cui gli americani dovranno rinnovare gran parte del congresso.
Dalle prime indiscrezioni si è appreso che la raccolta dati avviata da Cambridge Analytica è stata supervisionata da Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump. Bannon ha fatto parte della società quando è diventato responsabile della campagna elettorale del tycoon. Wylie, ex dipendente della società, ha dichiarato che Bannon era il capo di Alexander Nix, controverso Ceo di Cambridge Analytica, adesso sospeso dal suo ruolo. Secondo Wylie è stato Bannon a finanziare la raccolta dati, per una spesa pari a un milione di dollari, disponibilità economica di cui Nix da solo non avrebbe mai potuto disporre.
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