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“Auspico che chi siederà qui al mio posto voglia convenire non solo sul quadro che abbiamo di fronte, ma sul fatto che le questioni che passano da questo ministero debbano essere sottratte non alla politica, ma a una sua idea partigiana o propagandistica. Il ministero dell’Interno è per sua natura ‘terzo’. Soprattutto, auspicherei che chi arriverà qui non venga colto dalla cosiddetta ‘sindrome da anno zero’, quella per cui si butta tutto ciò che si è fatto per dare l’impressione che cominci una nuova stagione. Quindi mi piacerebbe che si prosegua su una strada che ha immaginato la nostra sicurezza nazionale come un sistema di politiche integrate che tengono insieme la prevenzione, il governo dei flussi migratori, e la questione dell’Africa centrale e settentrionale come parti inscindibili. Auspico che l’Italia rimanga una democrazia e una società aperta e che l’Europa possa continuare a guardare l’Italia come un Paese che su questioni cruciali e di portata globale, non aspetta che qualcuno faccia per lei”.
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