Bonaccini: “Grazie alle Regioni e al Governo importanti passi in avanti per il futuro del servizio sanitario”

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ROMA. “Non c’è alcun incremento del fondo sanitario per il 2019, ma c’è la garanzia scritta, nero su bianco, di un aumento di 2 miliardi per il 2020 e di 1,5 miliardi per il 2021 e soprattutto ci sono ulteriori 2 miliardi, da subito, per gli investimenti in sanità, in particolare per l’edilizia sanitaria. Per l’abbattimento delle liste d’attesa, anche se non ci sono tutte le risorse indispensabili, c’è indubbiamente un migliore dimensionamento del budget che passa da 50 a 150 milioni nel 2019”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, sintetizza alcuni degli esiti dell’accordo Governo-Regioni in materia di sanità, in vista del varo della legge di Bilancio 2019, sottoscritto oggi a palazzo Chigi con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro della salute, Giulia Grillo.
“Quella che il Governo si appresta a sottoporre al Parlamento, in materia di Sanità, non è certo la manovra che come Regioni chiedevamo, ma l’accordo sottoscritto oggi, grazie all’azione di sensibilizzazione dell’esecutivo che abbiamo portato avanti, rappresenta un passaggio importante rispetto alle proposte iniziali del Governo, a dimostrazione che il confronto che abbiamo preteso aiuta. È anche un accordo nel segno della responsabilità che, ancora una volta, abbiamo esercitato come Regioni, ricercando i punti di mediazione possibili a vantaggio del Servizio sanitario, per i cittadini e per i medici che attendono il loro contratto. Se non possiamo ritenerci pienamente soddisfatti è anche perché, come Regioni, dovremo farci carico di uno sforzo molto importante, e non è purtroppo la prima volta in questi anni. Voglio comunque dare atto ai sottosegretari Giorgetti e Garavaglia e alla ministra Grillo di aver riconosciuto le nostre ragioni e di essersi fatti carico delle risposte più impellenti. Avevamo il dovere istituzionale, come rappresentanti delle Regioni, di contribuire ad una correzione che consentisse una maggiore sostenibilità del servizio sanitario pubblico, di una migliore tutela del diritto alla salute e dei diritti di chi lavora in Sanità. Certo, restano molte preoccupazioni su altre parti della manovra, soprattutto sul versante del trasporto pubblico locale, della lotta al dissesto idrogeologico, della tenuta dei bilanci dei Comuni e delle Province, rispetto alle quali mi auguro che l’esecutivo non abbia un atteggiamento di chiusura e che – ha concluso Bonaccini – si possano ottenere ulteriori miglioramenti durante l’iter parlamentare”.
Sergio Venturi, Assessore dell’Emilia-Romagna, che su delega del Presidente Bonaccini, ha firmato a palazzo Chigi l’accordo, ha ricordato che “gli obiettivi previsti dal testo sono la traduzione di alcune proposte che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha già rappresentato al Governo e al Parlamento. Il fondo per le Liste d’attesa sarà di 150 milioni nel 2019, 100 nel 2020 e 100 nel 2021. Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale oltre agli incrementi di 2 miliardi per il 2020 e di 1,5 miliardi nel 2021, va sottolineato il fatto che solo questi aumenti sono subordinati alla stipula del nuovo ‘Patto della Salute’ e non il fondo del 2019. Ci sono poi altre previsioni normative importanti come quella che consentirà ai medici specializzandi dell’ultimo anno di accedere ai concorsi del Ssn. Si incrementano le risorse per gli investimenti per la sanita che passano da 26 a 28 miliardi e si sta individuando un’apposita norma, per il consentire l’effettiva erogazione di quanto dovuto, per il pregresso, alle Regioni sul fronte del payback per la spesa farmaceutica. Ci saranno poi novità importanti sul fronte delle risorse umane impegnate nel Ssn con norme – ha spiegato Venturi che è anche Presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità – per la necessaria flessibilità nell’organizzazione dei servizi e nell’erogazione LEA, in particolare per quanto riguarda i temi della retribuzione individuale di anzianità e l’indennità di esclusività. Infine – ha concluso Venturi – si dà una risposta ad una richiesta ‘storica’ delle Regioni rispetto alla semplificazione procedure di spesa. Infatti diversi importi di quote vincolate del Fondo sanitario confluiranno nella disponibilità della quota indistinta del fabbisogno sanitario”.

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