di PIERO CHIMENTI – L’ex terrorista Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia in una strada di La Cruz. La cattura è e avvenuta alle ore 22 italiane, 17:00 ora locale, da una task force guidata dall’Interpol con la collaborazione di investigatori brasiliani e italiani che hanno individuato l’ex membro del proletariato armato per il comunismo, che al momento dell’arresto indossava tra gli altri anche una barba finta e degli occhiali da sole. La fuga di Battisti è durata appena un mese, da quando il tribunale supremo federale ne aveva ordinato l’arresto per il pericolo di fuga, dopo che il neo presidente del Brasile Bolsonero aveva di fatto dato il via libera al provvedimento.
Salvini ringrazia l’Interpol e Bolsonaro – “Ringrazio per il grande lavoro le Forze dell’Ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol, l’AISE e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti, un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera”. Questo il primo commento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che in post su Facebook a ha voluto esprime grande apprezzamento per la posizione presa dal presidente Bolsonaro. “Grazie di cuore al presidente Jair Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l’Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle Autorità boliviane e alla collaborazione di altri Paesi amici.
Il mio primo pensiero va oggi ai famigliari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalle sinistre di mezzo mondo. È finita la pacchia. #dalleparoleaifatti””.
L’estradizione di Cesare Battisti era stata firmata un mese fa dal presidente Michel Temer, che dal primo gennaio scorso ha lasciato il posto a Bolsonaro, vincitore delle ultime elezioni presidenziali, che aveva annunciato già in campagna elettorale l’intenzione di consegnare l’ex terrorista alle autorità italiane. Poi è arrivata, a metà dicembre, la decisione di farlo arrestare, presa dal Supremo tribunale federale (Stf), per evitare il pericolo di fuga in vista di un’eventuale estradizione. Ma Battisti aveva già lasciato il Brasile: a Cananea, sulla costa di San Paolo, dove risiede, non lo vedevano da novembre. A metterlo in allarme erano stati, tra l’altro, i continui annunci pubblici della sua imminente cattura.
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