“Detective dell’arte”, da Caravaggio a Van Gogh

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di Walter Cannelloni – Dallo scultore Antonio Canova, “detective per caso” sulle orme delle razzie di Napoleone, al solerte ed efficiente ministro plenipotenziario Rodolfo Siviero, dai Monuments’ Men all’odierno nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale dei nostri Carabinieri, i carabinieri della cultura: un affascinante (e avvincente come un thriller) excursus sulla storia dei furti d’arte internazionali e nazionali perpetrati nella nostra ricchissima e indifesa Penisola.
L’opera spazia dal misterioso trafugamento, nel 1969, della famosissima “Natività” del Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo nel quartiere palermitano della Kalsa, prosegue con la restituzione, nel 2008, del celebre Cratere attico di Eufronio da parte del Metropolitan Museum di New York, fino all’intercetto a Locarno, in Svizzera, nel 1976, de “La muta” di Raffaello Sanzio e de “La flagellazione” di Piero della Francesca, riportati con grande plauso nazionale a Urbino, per poi terminare con il ritrovamento nel parco dello Stelvio del bellissimo gruppo scultoreo della Triade Capitolina, per non parlare poi de “Il giardiniere” di Van Gogh.
Non manca una vena polemica nell’autore, come quando parla degli otto quadri (tra cui un Tiziano, un Tintoretto e due Carpaccio) che la Serbia ci deve restituire a tutti i costi (cosa che non vuole fare), dopo che l’ex Jugoslavia, nel 1949, se ne era impossessata fraudolentemente e senza alcun titolo.
Dalla riapertura delle “domus” di Pompei al salvataggio delle opere d’arte dopo il terremoto in Umbria del 2016, e all’impegno in Iraq per la protezione e il recupero dei beni archeologici dopo la Seconda Guerra del Golfo, il libro è una carrellata di storie avvincenti e di colpi di scena.
In tutte le pagine si avverte che lo scrittore, il generale dei Carabinieri Roberto Riccardi, è un autentico viscerale amante dell’arte ed è, come un innamorato, in piena empatia con ciò che scrive.
Un’opera meritoria, dunque, che mira a rafforzare nei lettori il senso d’orgoglio per le proprie, folgoranti opere d’arte. D’altronde, come conclude, con commosso trasporto il generale Riccardi nell’epilogo, “non amare l’arte, in Italia, equivale a un delitto: è la premessa per lasciarla distruggere. Non difendere l’arte, se sei italiano, è voltare le spalle alla tua storia, disonorare tuo padre e tua madre”.

ROBERTO RICCARDI, “DETECTIVE DELL’ARTE”
(DAI MONUMENTS’ MEN AI CARABINIERI DELLA CULTURA)
PAGG. 229, RIZZOLI EDITORE, EURO 18,00.

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