di BENNY MANOCCHIA – C’era una volta un certo Giuseppì, almeno cosi’ lo chiamava il presidente Trump. Giuseppì venne alla Casa Bianca, sorrise e strinse forte la mano di Donald. Poi gli fece un discorso su questa falsariga: in Italia seguiamo il tuo enorme lavoro e siamo sicuri che potremo viaggiare sugli stessi binari. In Italia, caro amico mio, c’e’ una forte tendenza che si appoggia alla sinistra. Poi Giuseppì concluse, con un bicchiere di champagne in mano: puoi contare sul mio appoggio politico, cosi’ come spero di potere contare sul tuo.
Non passo’ molto tempo: qualcuno che sapeva come stavano le cose in Italia, fece sapere a Pompeo che Conte e’ un “double face” e che non era vero quanto disse a Trump. Il presidente americano deve digerire i dati prima di dare una opinione. Finita la digestione, spara a zero su quel Giuseppì che “non potra’ contare su di me o sugli Stati Uniti”. Altro materiale che ha mandato su tutte le furie Trump: Giuseppì, unitosi con la sinistra, poco fa ha detto che Trump ha sbagliato ad attaccare il generale iraniano.
Cosi’, caro premier amico di Ttrump, puoi contare su una cosa; il tuo nome e’ stato incluso nella lista di chi fa il furbo con Washington. Giuseppì trovera’ soltanto carbone nella grossa calza dentro la quale si aspettava… dolci e giocattoli. Carbone e anche una nota: Giuseppì, you are out!
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