di BENNY MANOCCHIA – Il classico ballon d’essai: Mike Bloomberg vorrebbe Hillary Clinton come suo compagno di corsa per le elezioni presidenziali. E ora aspettiamo le reazioni da sinistra e da destra. Magari piu’ dalla sinistra, che non ha ancora digerito gli enormi errori commessi da Hillary nella lotta contro Trump. La prima domanda e’ questa: Bloomberg come presidente e Hillary come vice, oppure tutto il contrario? Il direttore del gruppo Bloomberg ha detto che l’ex sindaco di New York sta veramente considerando la possibilita’, ma non ha specificato se la Clinton sia stata contattata ufficialmente, oppure abbia appreso la notizia dalla tv.
La Pelosi e Schumer non dicono nulla. A loro interessa i due miliardi di dollari assicurati da Bloomberg per permettere che i dem restino al comando della Camera dei deputati. Gia’, perche’ se Trump non riesce a riconquistare il Congresso, subito dopo le elezioni ritornerebbe sul palcoscenico l’idea di porre sotto stato di impeachment il presidenteTrump.Per la seconda volta. I miliardi di Bloomberg serviranno a tenere in lizza i deputati dem, gli stessi eletti nel 2018 proprio con altri due miliardi di Bloomberg.
Clinton, dicono i giornalisti americani ,farebbe qualsiasi cosa per affrontare nuovamente Trump e, stavolta, “distruggerlo come un gelato al sole”. Intanto Sanders urla contro la possibilita’ che Bloomberg diventi presidente. “Un miliardario al comando del nostro partito?” si chiede Sanders. Pero’ non ha mai negato di avere un grosso capitale in banca (ed altrove). Alla fine parlano i repubblicani. Sono sicuri che Trump sara’ rieletto, ma c’e’ un punto che fa paura. Appunto, come dicevo, la possibilita’ che i dem riescano a tenere stretta la Camera dei deputati, l’unica che possa porre Trump in impeachment.
Sarebbero quattro anni duri, con gli avversari alle costole sperando di mandare a casa l’attuale presidente. Non dovrebbe trascorrere molto tempo prima che Bloomberg e Hillary Clinton appaiano in tv per dire si’,siamo pronti, oppure per chiarire certe dichiarazioni che, ripetiamolo, per ora sembrano essere un ballon d’essai.
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