di BENNY MANOCCHIA – Attacchi a valanga contro Mike Bloomberg, alla sua prima esibizione nel nono dibattito dei democratici americani. C’e’ stato di tutto. Sono mancati soltanto sputi qua e la’. Attacchi anche contro Sanders, che e’ il “primo della classe” (si fa per dire) nella classifica dei sei personaggi in cerca di un posto al sole. Insomma il diploma che potrebbe porlo di fronte a Trump, il terzo giorno del mese di novembre. Ma Bloomberg e’ stato deciso: “Soltanto io posso battere Trump”, ha detto piu’ di una volta.
Sanders non e’ d’accordo e cosi’ si e’ unito agli altri quattro. Hanno detto tutto quanto hanno potuto dire contro il miliardario newyorkese: odia gli agricoltori e le donne. E’ entrato nella nostra schiera investendo 300 milioni di dollari. “Immaginate un presidente democratico che tappa i suoi buchi donando pacchi di verdi dollaroni”, ha detto la Warren. Gli spettatori presenti al dibattito hanno riso, battuto le mani, molti avevano le lacrime agli occhi. Hanno capito che fra otto mesi Donald Trump conquistera’ il suo secondo mandato.
Un dibattito che, ancora una volta, ha dimostrato come in politica non esistono amici, colleghi, fratelli dello stesso partito. Trump e’ stato menzionato pochissime volte. L’intento era di “farsi male”a vicenda. Pero’ i sei -candidati- sei non sono riusciti a dimostrare di avere le capacita’ politiche per diventare presidente degli Stati Uniti. Giunti al nono dibattito, ora tutti attendono il cosiddetto super tuesday del 3 marzo, allorche’ cercheranno di spartirsi i voti che verranno da 14 Stati dell’Unione. Tutti nello stesso giorno. Roba da attacchi di cuore.
Biden dice che ha la forza (anche fisica) per vincere. Gli altri quattro si “allenano” ogni giorno. Bloomberg chiede ai suoi di mettere assieme un altro bel pacchetto di dollari. “You need money to win”, hai bisogno di soldi per vincere. E “little Mike” ne ha proprio tanti.
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