(Reuters) di BENNY MANOCCHIA – La vasta sala di registrazione e’ completamente vuota. Le richieste del regista rimbalzano da un muro al’altro. Joe Biden e Bernie Sanders sono a due metri l’uno dall’altro. Era stato annunciato come il dibattito che “mostrera’ il candidato con l’attitudine, la postura, la mentalita’ di un presidente degli Stati Uniti”. Chiedo perdono, ma abbiamo visto poco di tutto questo. Joe e Bernie, dopo un inizio tutto miele, hanno alzato la voce e lentamente si sono offesi a vicenda.
La prima domanda e’ stata in un certo modo salutare per i due contendenti. Infatti si parla di coronavirus. Nulla che non abbiamo sentito per giorni da medici e scienziati. Che cosa possono dire entrambi? Hanno mille idee per risolvere il problema, ma tutte cose che abbiamo sentito per giorni. Pero’ ha dato loro la possibilita’ di dare l’avvio a accuse contro Trump. Il presidente sta sbagliando tutto per quanto riguarda il coronavirus. Nel frattempo hanno avuto modo di menzionare il nome Italia e l’immenso problema che ha colpito la nostra nazione, perche’ non pronta.
Comunque, sono cose dette e ripetute da giorni, con l’aggiunta di piccole idee che non risolvono nulla. Ma anche dell’America non hanno parole favorevoli: ospedali incapaci, il presidente che molla l’immenso lavoro al suo vice. A un certo punto si parlano addosso a gran voce, forse dimenticando che sono di fronte alla camera tv. Addio confronto tra “amici”. Noi non ci avevamo creduto e lo abbiamo espresso in un pezzo su questo confronto. Intanto non permettono a Sanders di parlare dei suoi grossi problemi, assistenza sanitaria per tutti, gratis. Universita’ per tutti, gratis, tasse del 90% per i ricchi.
Forse il pezzo delle agenzie fornira’ dettagli su queste situazioni, ma alla fine si capira’ che e’ stato un dibattito scialbo, non ha presentato nulla di nuovo. Il direttore mi ha chiesto un commento, non uno studio da domanda a domanda. Sanders e’ apparso piu’ preparato, Biden tende a “dimenticare” molte cose. E’ convinto che sara’ lui la scelta del partito democratico e quindi si sente tranquillo, tanto che assicura la sua assistnenza a Bernie Sanders se sara’ il senatore del Vermontad affrontare Trump. Dobbiamo battere Trump, imbroglione, bugiardo e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
Su questo sono d’accordo. Ripeto: un’oretta per attaccare il presidente, quando erano chiamati per dimostrare il loro talento politico. Dopotutto, a 79 anni Bernie, 78 Joe, che cosa si puo’ aspettare di piu’?
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