(ph_Pixabay) ROMA – Innanzitutto, cos’è? E un documento, digitale o cartaceo, che attesta l’avvenuta vaccinazione. Si sta discutendo se usarlo anche all’interno dell’Unione europea, ma alcuni Paesi extra Ue l’hanno già, di fatto, introdotto.
Permangono molti dubbi sul certificato vaccinale, soprattutto riguardanti la privacy e la possibilità di discriminazioni. Nel primo caso il timore è legato al trattamento dei dati dei cittadini nell’utilizzo di una app per questa certificazione. Nel secondo si teme la disparità tra chi ha potuto vaccinarsi e chi, invece, non ha ancora potuto farlo.
In Italia, per esempio, il Garante della Privacy ritiene ci debba essere una legge nazionale per evitare discriminazioni tra chi ha avuto il vaccino e chi no.
L’Islanda è stato il primo Paese del continente europeo a introdurre i passaporti per vaccinati: sono già in uso da fine gennaio e risparmiano, a chi li presenta all’arrivo, il test per il Covid.
Ma anche diversi paesi scandinavi, tra cui Danimarca e Svezia, hanno lanciato il proprio certificato vaccinale.
Anche Grecia e Spagna, che vivono di turismo estivo, hanno annunciato la sperimentazione del passaporto sanitario digitale. In particolare Atene accetterà l’ingresso di persone munite di passaporto vaccinale o in grado di dimostrare la loro immunità al Covid, a partire da metà maggio.
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