KABUL – A poche ore dall’allerta attentati lanciato dagli 007, due forti esplosioni hanno squassato l’aeroporto di Kabul uccidendo decine di civili, tra cui bambini, e almeno tredici marines Usa. La prima esplosione è stata opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria fuori dal Baron Hotel, che in questi giorni è diventata la base di giornalisti e truppe del Regno Unito.
La seconda sarebbe stata opera di un altro kamikaze, o un’autobomba secondo altre fonti, più vicino al gate, nelle vicinanze di un canale fognario diventato la terrificante sala d’attesa di migliaia di disperati, dove centinaia di famiglie aspettano un cenno dai militari.
Il bilancio parla di almeno 90 morti e 158 feriti, rimasti vittime di due attacchi kamikaze compiuti dall’Isis.
Secondo il capo del comando centrale statunitense, Kenneth McKenzie, Washington è pronta alla rappresaglia contro gli autori dell’attacco, nel quale ha detto di non ravvisare una complicità dei Talebani.
Secondo le ricostruzioni, si è trattato di un attacco “complesso” nella zona dell’Abbey Gate, area controllata dalle truppe Usa e britanniche dove, in quel momento, erano ammassate almeno 5.000 persone in attesa di conoscere il proprio destino.
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