KABUL – Nella valle, ultima roccaforte della resistenza afghana, si combatte da ore. A Kabul sono stati uditi spari celebrativi per la capitolazione degli ultimi miliziani ostili al nuovo regime, che però smentiscono sui media.
«I talebani hanno bloccato l’accesso degli aiuti umanitari nel Panjshir, tagliato collegamenti telefonici ed elettricità e non permettono neppure l’arrivo di medicine», aveva accusato l’ex vicepresidente del governo spodestato, Amrullah Saleh, che si è unito alle milizie tagike portandosi dietro i reparti dell’esercito nazionale afgano che non hanno disertato.
«I talebani stanno commettendo crimini di guerra», ha denunciato l’ex vicepresidente, chiedendo «alle Nazioni Unite e ai leader mondiali di prendere atto di questo chiaro comportamento criminale e terroristico».
Sempre nella giornata di venerdì l’ex presidente afghano Hamid Karzai ha invitato i talebani e le forze di resistenza del Panjshir a impegnarsi a dialogare. In precedenza la resistenza aveva respinto le rivendicazioni di potere dei talebani a meno che non avesse accettato di formare un governo “veramente inclusivo” che rappresentasse gli interessi di tutti i gruppi e le nazionalità del Paese.
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