(ph: ANSA) ROMA – Il 2021 è stato un anno ricco di decisioni importanti per il premier italiano, dettate dalla necessità di superare la crisi provocata dalla pandemia. Oltre all’Economist, molti hanno elogiato Draghi, ma tanti altri lo hanno criticato.
L’Italia – spiega l’Economist – non è il Paese dell’anno per i suoi successi agli europei di calcio o delle sue pop star all’Eurovisione, ma lo è “per la sua politica”. “Con Mario Draghi, ha acquisito un primo ministro competente, rispettato internazionalmente. Per una volta – scrive il settimanale – un’ampia maggioranza dei suoi politici ha sepolto le differenze per sostenere un programma di approfondite riforme, il che porterà l’Italia ad avere i fondi che le spettano nel recovery plan dell’Ue”.
“Il tasso di vaccinazione Covid dell’Italia – si legge ancora- è fra i più alti d’Europa. E dopo un difficile 2020, la sua economia si sta riprendendo più velocemente che in Francia o Germania. C’è un pericolo che questo inusuale buon governo possa essere reversibile. Draghi vuole diventare presidente, un ruolo più cerimoniale, e potrebbe succedergli un primo ministro meno competente. Ma è difficile negare che l’Italia sia un posto migliore che nel dicembre 2020”. “Per questo è il nostro paese dell’anno”, scrive l’Economist, concludendo con un “auguroni!” in italiano.
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