NICOLA ZUCCARO – Da Draghi a Berlusconi, passando per un Mattarella Bis e per le “riserve” rappresentate da Giuliano Amato e da Pierferdinando Casini, ad una una settimana dall’inizio della prima votazione per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica, il maschilismo predomina ancora per il prossimo inquilino del Quirinale.
Va precisato che si tratta di una tendenza, e quindi non di un dogma della politica italiana inteso quale verità inconfutabile e non cancellabile perchè, come insegnano e come documentano le precedenti elezioni del Capo dello Stato, le sorprese sono sempre dietro l’angolo e, come tali, contribuiscono ad allontanare la nebbia dal Colle più alto di Roma.
Una nebbia che, però, questa volta, rischia di trattenersi di più del tempo dovuto per la mancanza di un regista e/o anche di un soggetto politico (partito), capace di costruire la maggioranza richiesta per l’elezione del sostituto di Sergio Mattarella. E allora, ecco che in assenza del punto o del luogo convergente la fantapolitica prende il sopravvento sulla Ragione politica (per essa e con essa si intende quella derivante dal politichese e dalle lunghe ed estenuanti trattative fra i Segretari dei Partiti), tanto da gettare nel calderone delle candidature anche dei nomi di donna.
Da Marta Cartabia a Maria Elisabetta Casellati, passando per Emma Bonino, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, mai come in passato il gentil sesso è stato così numeroso per la corsa al Quirinale. Se il candidato non sarà un maschio, forse anche per l’incapacità nell’individuarlo da parte delle forze politiche, per la prima volta, in 76 anni di storia repubblicana, una donna potrà essere eletta alla presidenza della Repubblica.
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