Guerra in Ucraina, leader Ue: “Pronti con nuove sanzioni”

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(ANSA/EPA) ROMA – I politici europei a Versailles annunciano di essere pronti a ulteriori misure nei confronti della Russia. Dopo il sostanziale fallimento dell’incontro tra i ministri degli esteri di Mosca e Kiev, Serghiei Lavrov e Dmytro Kuleba, ieri in Turchia, gli spiragli di una tregua si sono chiusi. E la Difesa americana ha registrato un ulteriore avvicinamento dell’Armata a Kiev, di circa 5 chilometri.

Intanto le immagini satellitari di un convoglio russo mostrano le forze armate che si stanno ridistribuendo nelle aree vicine: un segnale di una rinnovata pressione verso la capitale ucraina. Mentre più a nord la città Chernihiv ha subito danni significativi. 

Sul fronte orientale, invece, le autorità ucraine hanno denunciato un attacco all’istituto di ricerca nucleare di Kharkiv, che ospita un reattore sperimentale. Resta sicuramente quella di Mariupol la situazione più drammatica per le città assediate, dove il vicesindaco ha riferito che oltre 1.200 corpi sono stati rimossi dalle strade e si è iniziato a seppellire i corpi in fosse comuni. 

Nel frattempo è alta la tensione tra Kiev e Mosca. Ora le accuse reciproche riguardano il possesso di armi di distruzione di massa. Zelensky smentisce in un video.

Da Kiev il presidente ucraino ha accusato i russi di aver sferrato un attacco sul corridoio umanitario della città del sud. “Stiamo affrontando uno stato terrorista”, ha tuonato il presidente ucraino, secondo cui centomila civili sono stati evacuati dalle zone dei combattimenti.

Intanto il presidente Usa Joe Biden, dopo aver già colpito Mosca con sanzioni molto pesanti, fermando anche l’import di gas e petrolio, è intenzionato ad andare oltre. Biden, secondo quanto riporta Bloomberg, è pronto a chiedere la fine delle normali relazioni commerciali con la Russia, aprendo la strada a un aumento dei dazi sulle importazioni. L’annuncio della revoca dei privilegi commerciali arriverà insieme al G7 e ai leader dell’Ue. 

La sospensione dei normali rapporti commerciali, conosciuta anche come la clausola della nazione più favorita, metterà la Russia alla pari di paesi come Cuba e Corea del Nord. 

Pronti a nuove sanzioni sono anche i leader dell’Unione Europea, riunitisi ieri a Versailles sotto la presidenza del semestre francese. Nel comunicato finale i capi di Stato e di governo dei 27 hanno chiesto alla Russia di fermare le operazioni militari, garantire gli accessi umanitari e la sicurezza delle centrali nucleari.

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