Non è la prima volta che Dmitry Rogozin, alla guida dell’Agenzia spaziale russa, si lascia andare a dichiarazioni forti. La minaccia di far cadere la Stazione Spaziale Internazionale è pura propaganda. All’inizio della guerra sembrava che la grande casa-laboratorio nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, potesse rimanere un luogo di pace, ma questo adesso sembra ogni giorno più difficile.
A paventare il rischio di una Stazione Spaziale in caduta libera verso la Terra è stato il direttore generale dell’Agenzia spaziale russa Roscosmos, dicendo che a causa delle sanzioni, la Russia non avrebbe più potuto assicurare l’arrivo delle navette cargo Progress, che alla stazione orbitale consegnano periodicamente materiali e rifornimenti e che, inoltre, hanno il compito fondamentale di accendere periodicamente i loro motori per mantenere la Stazione Spaziale sulla sua orbita corretta. E’ una manovra di routine, necessaria per contrastare il fenomeno del decadimento orbitale, ossia la tendenza dell’orbita della Stazione Spaziale a spostarsi verso il basso.
Una manovra, secondo l’esperto di meccanica celeste Jonathan Mc Dowell, che è stata eseguita l’11 marzo. Il comando è arrivato dal Centro di controllo russo TsUP e il motore del cargo Progress MS-18 si è acceso per 6 minuti, consentendo di riportare la Stazione Spaziale sull’orbita corretta.
Al momento il veicolo russo è l’unico a compiere questa manovra ed è questo il motivo per cui, il primo marzo scorso, la responsabile del Volo umano della Nasa, Kathy Lueders, aveva detto che l’agenzia spaziale americana stava considerando la possibilità di utilizzare a questo scopo la sua navetta cargo Cygnus: “sarebbe”, aveva aggiunto, “un primo passo verso un’eventuale indipendenza dalla Russia, nel caso questo Paese decidesse di abbandonare le attività a bordo della Stazione Spaziale”.
Ma ora i russi annunciano che, fra gli oltre 200 esperimenti in corso sulla stazione orbitale, i loro cosmonauti non seguiranno più quelli tedeschi.
Cosa accadrà? Difficile prevederlo, ma i prossimi giorni saranno chiarificatori.
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