Kiev: “Fine negoziati se cade Mariupol”. Da domani vietati i porti italiani alle navi russe

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(Drop of Light/Shutterstock) Continuano a circolare notizie su stragi di civili in Ucraina, mentre continua l’offensiva russa che ha preso di mira numerose città in tutto il Paese, compresa la capitale Kiev. Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rinnova la richiesta di armi all’Occidente e rende noto che finora sono tra i 2.500 ed i tremila i soldati ucraini uccisi in combattimento.

Intanto si continua a combattere a Mariupol: “La distruzione delle forze ucraine che difendono la città metterà fine ai negoziati con la Russia”, avverte Zelensky. Da domani porti italiani off limits alle navi russe.

Il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Liudmyla Denisova, ha riferito con un post su Facebook che è salito a 200 il numero di bambini rimasti uccisi dall’inizio dell’invasione russa, ed altri 360 sono stati feriti. La polizia invece ha diffuso la notizia che sarebbero stati quasi tutti giustiziati a colpi di pistola i 900 civili trovati nella regione che circonda Kiev. I corpi, sul 95% dei quali sono state trovate ferite da arma da fuoco, sono stati abbandonati nelle strade o hanno ricevuto sepolture sommarie.

Porti italiani off-limits per le navi russe. A partire da domani, secondo una circolare del Comando generale delle Capitanerie, i mezzi ancorati negli scali di casa nostra potranno restare solo fino al completamento delle proprie attività commerciali. Di fatto – si spiega – è stato recepito il regolamento Ue dell’8 aprile scorso riguardo le misure restrittive nei confronti della Russia.

Nel provvedimento “è stato inserito l’articolo 3 sexies bis che vieta l’accesso ai porti nazionali alle navi di bandiera Russa, dopo il 16 Aprile 2022; tale misura si applica anche nei confronti delle navi che abbiano cambiato la propria bandiera, da russa a qualsiasi altra nazionalità, dopo il 24 Febbraio 2022”. E quindi le navi russe ad oggi ancorate nei porti italiani “alla luce dei chiarimenti ricevuti dalla Commissione Europea, potranno permanere in porto fino al completamento delle proprie attività commerciali, momento in cui dovranno lasciare lo stesso”.

Il divieto non si applica “nel caso di una nave che necessita di assistenza alla ricerca di riparo, di uno scalo di emergenza in un porto per motivi di sicurezza marittima, o per salvare vite in mare”. Poi le autorità possono autorizzare una nave ad accedere a un porto, “alle condizioni che ritengono appropriate”, se questo è necessario per “l’acquisto, l’importazione o il trasporto nell’Unione di gas naturale e petrolio, compresi i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, titanio, alluminio, rame, nichel, palladio, minerali di ferro, nonché taluni prodotti chimici e ferrosi elencati”.

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