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Draghi: “Pace deve essere quella che vuole l’Ucraina”

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WASHINGTON – Con il presidente Biden siamo “d’accordo sul fatto che bisogna continuare a sostenere l’Ucraina e far pressioni su Mosca e cominciare a chiedersi come si costruisce la pace. Il percorso negoziale è molto difficile ma il primo punto è come costruire il percorso negoziale”. A sostenerlo il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa a Washington.

“Voglio ringraziare – ha continuato Draghi – il presidente Biden e tutta l’amministrazione Usa per l’accoglienza splendida. L’incontro è andato molto bene, ha ringraziato l’Italia per essere un partner forte, un alleato affidabile e un interlocutore credibile e io l’ho ringraziato per il ruolo di leadership in questa crisi e la grande collaborazione con tutti gli alleati”. “Un punto molto importante – ha anche sostenuto Draghi – è che questa pace deve essere la pace che vuole l’Ucraina, non una pace imposta né da un certo tipo di alleati né da altri”.

“Sia io che Biden abbiamo tenuto a ricordare che ogni iniziativa che si prende sul fronte del petrolio, del gas o addirittura del carbone non deve andare a detrimento degli investimenti sulle rinnovabili e degli obiettivi di transizione ecologica che devono rimanere fissi”, ha detto Draghi. “Questo significa per noi e per gli Usa, un aumento forte, molto più forte – ha aggiunto il premier italiano – di investimenti sulle rinnovabili perché l’esigenza di affrancarsi dala dipendenza del gas è ancora più forte. Abbiamo preso recentemente provvedimenti di semplificazione, non avremo esitazione a prenderne altri, se non vediamo un aumento di investimenti sulle rinnovabili, che per noi devono significare effettive installazioni”.

Al presidente Biden ho presentato – cha aggiunto – l’esigenza di prendere decisioni e provvedimenti per affrontare il problema dei prezzi dell’energia e la disponibilità di energia. Il problema dei prezzi è iniziato prima della guerra, si è poi acuito ma è una stuazione che si è venuta aggravando nel corso di un anno e mezzo prima della guerra. Quindi va affrontata insieme. L’Italia è stata molto attiva nel dimininuire specie in prospettiva, la dipendenza dal gas russo. Ho anche ricordato a Biden la possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas. Ipotesi accolta con favore, anche se l’amministrazione Usa sta riflettendo più su un tetto al prezzo del petrolio che non al gas. Ne riparleremo presto insieme”.

“C’è il pericolo di una crisi alimentare, umanitaria, causata dalla scarsità alimentare, provocata essenzialmente dal blocco delle esportazioni di grani dall’Ucraina e dalla Russia. Dall’Ucraina è bloccato perchè i porti sono bloccati dalle navi russe. Lavrov ha detto che sono bloccate le navi perché sono minati i porti. Questo può essere un primo esempio di dialogo tra le parti per salvare decine di milioni di persone dei paesi più poveri. Se ci sono mine bisogna rimuoverle e da parte russa bisogna lasciare che partano le navi”, ha detto il presidente del Consiglio.

E comunque, ha aggiunto il premier, “la guerra ha cambiato fisionomia: inizialmente si pensava ci fosse un Golia e un David, era una guerra di difesa disperata. Oggi il panorama si è capovolto, non c’è più Golia. Quella che sembrava una potenza invincibile si è dimostrata una potenza non invincibile”.

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