(ph: evan_huang/Shutterstock) KIEV – Nella tarda serata di ieri è stato lanciato un attacco missilistico su Dnipro, città dell’Ucraina orientale. I russi hanno bersagliato il centro abitato con i razzi e sono stati registrati diversi incendi, segnalati e confermati sui social network. Frammenti di proiettili hanno colpito una stazione di servizio locale, quattro i feriti e almeno due le vittime civili: uno sorpreso dalle esplosioni nella sua auto e l’altro deceduto in una un autolavaggio nei pressi di un distributore di benzina.
Continuano le accuse del Cremlino ai danni dell’Ucraina per quanto riguarda la fabbricazione di bombe sporche. Mosca ha dichiarato che l’intelligence russa possiede informazioni fondate su due strutture nemiche in cui si starebbero progettando i dispositivi radiologici. Kiev e l’Occidente ritengono false tali accuse, ma la Russia si è detta pronta e decisa a sostenere i sospetti riguardanti la costruzione degli ordigni davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
In una lettera rivolta al Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, Mosca ha espresso le proprie preoccupazioni. Il portavoce del Pentagono, Pat Ryder, avverte il Cremlino e minaccia gravi conseguenze se Putin dovesse decidere di utilizzare qualsiasi tipo di arma nucleare.
La Russia starebbe reclutando militari afghani per combattere in Ucraina. Ex membri del Corpo d’élite dell’esercito nazionale afghano, abbandonati dagli Stati Uniti quando l’anno scorso il Paese è caduto in mano ai Talebani, hanno confessato di essere stati contattati da Mosca per unirsi all’esercito russo in cambio di generose offerte.
Con la ritirata americana e degli alleati occidentali dall’Afghanistan, avvenuta nell’agosto del 2021 concedendo pieno potere ai Talebani, l’Occidente ha voltato le spalle a un elevato numero che si aggira tra i ventimila e i trentamila soldati volontari afghani, che ora potrebbero essere chiamati a combattere al fianco del comune nemico occidentale: la Russia. (Antonio Bottalico)
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