(ph: Drop of light/shutterstock) KIEV – Alle prime luci di ieri mattina, le navi della Marina militare russa che presidiano la baia di Sebastopoli hanno dovuto fronteggiare e respingere un attacco lanciato da diversi droni. Non si sono registrati danni alla città ma quattro imbarcazioni, tra cui una fregata e una nave d’assalto anfibia, sono state colpite e hanno subito gravi avarie dovute alle esplosioni. Mosca non conferma i danni alle navi, ma sospetta che l’attacco sia stato preparato con l’aiuto di specialisti britannici. Il governatore filorusso, Razvozhaev, ha dichiarato che l’offensiva nella baia di Sebastopoli non ha pari tra gli attacchi avvenuti dall’inizio della guerra.
Il Ministero della Difesa russo ha comunicato che, in seguito all’attacco condotto a Sebastopoli, il Cremlino ha deciso di sospendere la partecipazione all’attuazione degli accordi sull’esportazione di prodotti agricoli dai porti ucraini. Quindi, due milioni di tonnellate di cereali destinate a sette milioni di persone rimangono bloccate su centosettantasei navi già in mare.
L’unico accordo faticosamente raggiunto dopo otto mesi di conflitto è saltato. Nel frattempo, è stata completata l’evacuazione di civili da Kherson, una delle prime città a cadere sotto il controllo delle forze di Mosca. In una settimana, almeno settantamila persone hanno abbandonato le loro abitazioni e sono state invitate ad attraversare il fiume Dnepr per avvicinarsi alla Russia meridionale. Proprio sulla riva sinistra del Dnepr, i russi hanno sventato lo sbarco dei soldati di Kiev, che hanno subito pesanti perdite e si sono ritirati.
Mosca ha almeno quarantamila unità militari sulla sponda destra del fiume, dove sorge il centro abitato. I migliori soldati russi, tra cui marines e forze speciali, sono stati aviotrasportati e attualmente si trovano nella città occupata. Secondo il capo dell’intelligence ucraina, Budanov, gli sforzi per liberare Kherson proseguiranno sino a fine novembre. (Antonio Bottalico)
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