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Governo: stretta sugli scafisti e accoglienza. Oggi Cdm a Cutro

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(Alessia Pierdomenico/Shutterstock) Da un lato, un pugno di ferro contro i trafficanti di esseri umani e espulsioni più efficaci, dall’altro, la semplificazione delle procedure per coloro che vogliono entrare legalmente in Italia e l’estensione del decreto flussi. Quello che il governo lancerà nel CDM a Cutro questo pomeriggio è un pacchetto “double face”: rigore nella lotta contro gli arrivi irregolari e l’accettazione della migrazione attraverso i canali legali, che saranno rafforzati.

Tra le principali misure previste nella disposizione, su cui ci saranno limature fino all’ultimo momento: si è consumato scontro tra il leader della Lega settentrionale Matteo Salvini, sostenitore della linea dura, e il premier Giorgia Meloni, impegnato a trovare un Equilibrio per mantenere insieme la sua maggioranza.

Nella relazione alle camere, il ministro degli interni Matteo Piantedosi ha attribuito la responsabilità del naufragio ai contrabbandieri e ai trafficanti. Al momento gli arrestati devono rispondere per il crimine di aiutare e favorire l’immigrazione clandestina, punita con carcere da uno a cinque anni e una multa di 15.000 euro per ogni persona trasportata.

Le aggravanti sono già previste, ma ora l’obiettivo è quello di introdurne uno specifico che verrebbe innescato se il trasporto si concludesse in tragedia, cioè con le vittime, come è accaduto a Cutro. Nel mirino non ci sono solo quelli che guidano i barconi, ma anche le reti criminali che gestiscono il traffico.

Ci sono solo poche migliaia di rimpatri di immigrati irregolari ogni anno. Un dato che i vari titolari del Viminale non sono mai riusciti a scalfire e che sconta lo scoglio di un accordo del Paese di provenienza delle persone da allontanare.

Ora, se uno straniero si trova in uno stato di irregolarità, nella maggior parte dei casi gli viene dato un documento di rilascio con un invito a lasciare il territorio nazionale. Il governo mira a rendere efficaci le espulsioni, con l’ok dei paesi di origine, essendo inteso che quest’ultimo deve essere “sicuro”: coloro che sono rimpatriati non devono finire in una zona di guerra o rischiare un trattamento disumano.

L’esecutivo Meloni intende quindi intervenire con lo strumento del decreto flussi, che sarà esteso e fatto pluriennale.Con quest’ultimo sono stati già programmati circa 83mila ingressi regolari per motivi di lavoro. Ci saranno ora numeri più alti per venire incontro alle esigenze del mondo produttivo.

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