(Pixabay) ROMA – Mentre l’ondata di arrivi di migranti continua nel Mediterraneo, il governo lavora per cambiare le nuove regole sull’immigrazione in vigore. In particolare, si vuole modificare la tutela speciale – che agisce sui richiedenti asilo e sul rimpatrio dei clandestini – per renderla un vero e proprio deterrente contro l’arrivo dei migranti in Italia. L’argomento è stato trattato in mattinata alla Ministero dell’Interno.
Il Consiglio dei ministri ha poi dichiarato lo “stato di emergenza nazionale” sull’immigrazione per sei mesi, su proposta del ministro dell’Interno Piantedosi.
“Abbiamo aderito volentieri alla richiesta”, ha sostenuto il ministro del Mare e della Protezione Civile Musumeci, “ben consapevoli della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300%. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea”. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, durerà sei mesi. Secondo fonti di Governo, la sua dichiarazione consente di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale.
Anche il vicepremier Matteo Salvini si è scagliato ancora una volta contro Bruxelles. Fondamentale, ha detto, “che l’Europa si svegli e intervenga: è da anni che chiacchiera, ma non ha mai mosso un dito, ed è il momento di dimostrare che esiste una comunità, un’Unione e la solidarietà non è solo a carico dell’Italia”. E ancora: “Se l’Europa c’è, visto che siamo contribuenti netti per miliardi di euro l’anno, è il momento che lo dimostri, da soli non ce la facciamo”, ha detto Salvini, chiedendo “almeno un centro per i rimpatri per ogni Regione”, “quote di ingresso per gli immigrati che sono qui per lavorare e sono i benvenuti” e “restrizioni per chi sta qua e delinque”.
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