(Alexandros Michailidis/Shutterstock) I temi al centro dell’agenda Ue si intrecciano con il cammino verso le Europee nella visita che domani porterà Giorgia Meloni a Varsavia. Nella capitale polacca il premier vedrà prima (alle 10.30) il primo ministro Mateusz Morawiecki al Palazzo sull’acqua di Park Lazienki e poi parteciperà alle giornate di studio dell’ECR (Conservatori e Riformisti) di cui è presidente.
Con lo stesso Morawiecki e con l’ungherese Viktor Orban Meloni ha parlato venerdì scorso a margine del Consiglio Ue, nel tentativo – fallito – di trovare una mediazione sulle conclusioni del vertice sul tema dei migranti. Varsavia e Budapest alla fine hanno bloccato le conclusioni, ma Meloni ha detto di aver compreso le loro posizioni, perché “difendono gli interessi nazionali”. Secondo un portavoce del governo polacco, il presidente del Consiglio parlerà ancora con il premier di migranti, in particolare della difesa delle frontiere esterne dell’Unione Europea, sia terrestri che marittime. Sul tavolo anche sicurezza e difesa, in vista del vertice Nato di Vilnius, e temi al centro dell’agenda europea.
L’incontro, sottolineano fonti italiane, dopo quello tenutosi il 20 febbraio, sempre a Varsavia alla vigilia della visita della Meloni a Kiev, punta a consolidare il dialogo politico e cercare “coordinamento” e potenziali “sinergie” sui principali dossier europei e internazionali, compresa la questione dell’allargamento ai Balcani occidentali e la riforma istituzionale dell’UE. A livello bilaterale, l’interscambio è in forte crescita: 33,6 miliardi di euro nel 2022 (+16%) con un saldo positivo di 5,2 miliardi di euro. L’Italia è il quarto fornitore della Polonia e il sesto cliente a livello globale e punta ad incrementare ulteriormente le relazioni. A questo proposito, Morawiecki potrebbe sollevare la questione dell’organizzazione del vertice intergovernativo italo-polacco, la cui terza e ultima edizione si è tenuta a Varsavia nel 2013.
I due, però, probabilmente parleranno anche di rapporti politici. Morawiecki con il suo partito PiS (Law and Justice) fa parte del gruppo ECR. In autunno la Polonia sarà chiamata al voto e il premier avrà come avversario Donald Tusk (Piattaforma civica), ex presidente del Consiglio europeo e leader del Ppe fermamente contrario agli accordi con la destra.
La situazione polacca è per questo motivo esemplificativa di tutte le difficoltà che ci sono per raggiungere l’alleanza popolare-conservatrice auspicata dalla Meloni. Il tema sarà tra quelli al centro dell’incontro di Conservatori e Riformisti, che si è aperto oggi. “Ecr – ha sottolineato il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo Carlo Fidanza – esprime tre premier, abbiamo numeri destinati a crescere ovunque, in ogni elezione nazionale svoltasi in Europa negli ultimi mesi ha vinto il centrodestra. È chiaro che l’asse popolare-socialista non regge più, e anche molti liberali sono impazienti. I numeri li vedremo alla fine, ma una cosa è certa: Giorgia Meloni capo del governo italiano e leader dei Conservatori europei sarà protagonista assoluta al tavolo”.
Il problema è che non tutto il Ppe è favorevole all’alleanza, o almeno ci sono settori del partito popolare che non vogliono stringere accordi con alcuni dei partiti che fanno parte dell’Ecr. Così come pesa, nel centrodestra italiano, il ‘veto’ popolare – ribadito ieri da Antonio Tajani – su Alternative fur Deutschland e sul Rassemblement National di Marine Le Pen, che sono nella stessa ‘famiglia’ della Lega, ‘ Identità e democrazia’. Un veto che Salvini non ha digerito: “Mi chiedo – ha attaccato oggi – come qualcuno del centrodestra possa preferire i socialisti, quelli dell’ideologia e degli sbarchi, al centrodestra”.
Mancano ancora 12 mesi alle Europee, ma la partita è già in pieno svolgimento, come dimostrano i movimenti in corso – più o meno alla luce del sole – per il ‘bis’ di Ursula von der Leyen e del PPE-PSE maggioranza che porta il suo nome.
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