Undici migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana hanno perso la vita e altri 44 sono risultati dispersi in seguito al naufragio di un barcone avvenuto nel fine settimana al largo delle isole Kerkennah, vicino alle coste della Tunisia. Il nuovo bilancio è stato comunicato dalle autorità di Tunisi. Secondo quanto riferito, sette nuovi corpi sono stati recuperati domenica sera, in aggiunta ai quattro già rinvenuti precedentemente. Le ricerche per i dispersi proseguono ininterrottamente.
Il portavoce del tribunale di Sfax, Faouzi Masmoudi, ha confermato che a bordo del barcone al momento del naufragio c’erano 57 migranti subsahariani. Di fronte a questa tragedia, è stata aperta un’inchiesta da parte della procura di Sfax per fare luce sulle cause dell’incidente e determinare eventuali responsabilità.
La Guardia costiera tunisina ha intensificato i suoi sforzi per contrastare la migrazione clandestina. Nel periodo dal primo al 4 agosto, sono stati sventati 61 tentativi di attraversamento illegali al largo di Sfax, Kerkennah e Mahdia, portando all’intercettamento di 2.077 migranti, di cui 365 sono tunisini. Le operazioni preventive hanno anche portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale specializzata in operazioni di migrazione clandestina, operante in diverse località tunisine e anche in un paese europeo non specificato.
Il portavoce della Guardia nazionale di Tunisi, Houssemeddine Jebabli, ha respinto le accuse secondo cui la Tunisia avrebbe maltrattato e trasferito rifugiati subsahariani ai confini. Queste dichiarazioni seguono l’allineamento alle posizioni già adottate dal ministro dell’Interno Kamel Feki, sottolineando l’impegno del paese nel contrastare le reti criminali coinvolte nella migrazione clandestina e nel garantire il rispetto dei diritti umani.
La tragica situazione nel Mediterraneo rimane una questione urgente e complessa, richiedendo la cooperazione tra le nazioni e sforzi congiunti per prevenire ulteriori perdite di vite umane e garantire il rispetto dei diritti dei migranti.
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