Nella recente escalation del conflitto tra Israele e le fazioni palestinesi nella Striscia di Gaza, le operazioni militari israeliane hanno continuato a colpire intensamente la regione. Nella notte più recente, i militari israeliani hanno preso di mira ben 450 obiettivi legati a Hamas e altre fazioni palestinesi. In particolare, nella città di Beit Hanoun, nel nord della Striscia, sono stati colpiti 80 obiettivi, tra cui due banche utilizzate da Hamas, un tunnel e due centri operativi.
L’aggressione israeliana ha portato a una mobilitazione su larga scala delle forze armate israeliane, con l’invio di circa 300.000 riservisti verso il Sud del paese, in un chiaro segnale di preparazione per un’offensiva su vasta scala a Gaza.
Il bilancio delle vittime è drammatico da entrambi i lati del conflitto. Le autorità israeliane riportano almeno 1.200 morti e 2.700 feriti dall’inizio delle ostilità da parte di Hamas e delle fazioni palestinesi. Dall’altra parte, a Gaza, si contano oltre 950 vittime. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è critica, con molte infrastrutture distrutte e un crescente numero di sfollati.
In questo contesto di violenza crescente, gli sforzi per stabilire una forma di stabilità politica all’interno di Israele sono in corso. Il Primo Ministro uscente Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz si sono incontrati per discutere la formazione di un governo d’unità nazionale, nella speranza di affrontare la crisi con maggiore coesione interna.
Nel frattempo, a livello internazionale, i ministri della Difesa dei paesi membri della NATO si sono riuniti a Bruxelles per discutere la situazione in corso e cercare soluzioni diplomatiche per porre fine alle ostilità. La comunità internazionale rimane preoccupata per l’escalation del conflitto e cerca attivamente vie per promuovere una soluzione pacifica.
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