Caos in Ecuador: conflitto armato interno, assaltate tv

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Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha annunciato uno stato di “conflitto armato interno” nel Paese, dichiarando guerra ai narcotrafficanti. L’annuncio è stato fatto in risposta alla crescente violenza e al caos diffuso. Questa decisione è stata presa come integrazione allo stato di emergenza già in atto per 60 giorni. Il presidente ha ordinato l’evacuazione immediata del Parlamento e di tutti gli uffici pubblici a Quito.

L’Ecuador affronta una situazione critica, con 21 gruppi del crimine organizzato transnazionale presenti sul territorio, considerati “organizzazioni terroristiche e attori non statali belligeranti”. L’articolo 3 del decreto presidenziale dispone l’immediata mobilitazione delle Forze Armate e della Polizia per garantire la sovranità e l’integrità del Paese.

La violenza si è già tradotta in otto morti e due feriti a Guayaquil, città portuale, epicentro della violenza generalizzata. Attacchi contro la popolazione civile e la polizia si sono susseguiti durante la giornata, con un commissariato colpito da un attentato e due addetti alla sicurezza di un centro commerciale uccisi.

Le immagini sconcertanti di uomini armati e incappucciati che prendevano in ostaggio giornalisti sono circolate sui social media. L’azione delle forze speciali della polizia è riuscita a liberare gli ostaggi e ad arrestare parte degli aggressori.

Il disordine si è esteso alle strade, con i militari impegnati a presidiare le vie e saccheggi nei centri commerciali. La popolazione è stata invitata a rimanere in casa, e ci sono segnalazioni di bande criminali che cercano di irrompere nelle università per prendere ostaggi. La situazione è in continuo sviluppo, e la comunità internazionale è in allerta per monitorare gli sviluppi di questa crisi.

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