FRANCESCO GRECO. ROMA – Dopo la “prima” del 20 marzo, le
repliche dovevano proseguire sino al 31. Solo
che i biglietti andavano via come l’acqua e la
produzione e direzione del teatro “Sistina” (il
più grande di Roma, 1500 posti, il secondo è
l’Olimpico, 1400) hanno prorogato sino al 7
aprile.
Il successo di “Jesus Christ Superstar”
continua da mezzo secolo: il film di Norman
Jewison, regista canadese (nel frattempo passato
all’altro mondo il 22 gennaio scorso a 97 anni), è
infatti del 1973. Il film nacque dal musical
(ideato da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice) e
da allora è in cartellone a Broadway.
Inizialmente fu osteggiato da componenti
integraliste del mondo USA, poi il conflitto si
ricompose e divenne uno spot micidiale a favore
del film e la versione teatrale. Succede.
Da 30 anni in Italia, la versione firmata dal
regista Massimo R. Piparo riempie i teatri
nazionali: “JCS” per una settimana ha fatto sold
out anche a Milano.
Alla conferenza stampa di presentazione, il
testimone è idealmente passato dall’attore che
interpretò Gesù (come dimenticare
quell’espressione così intensa?), oggi un arzillo
Ted Neeley (80 anni), a Lorenzo Licitra,
siciliano, anni 33 (guarda la combinazione!).
Che vuole lasciarsi alle spalle la tv monnezzara
(X – Factor e Tale e quale show) e fare cose più
serie.
Accanto, la splendida Anggun, cantante (3
dischi di platino con “Snow in the Sahara”) e
attrice indonesiana (ma sta a Parigi), altezza
1.90, che nel musical è Maria Maddalena.
Perché ha accettato di interpretare questo ruolo?
Spiega: “Da giovane, in Indonesia, cantavo con
gruppi rock e heavy-metal, ma sentivo che la
musica di JCS era alla base di tutti quei generi
diversi”. Feisal Bonciani è Giuda :”Se io non
avessi fatto quello che ho fatto, tu non saresti
diventato Gesù!”.
Lo spettacolo dura 2 ore e mezza e ha
un’orchestra live (su palco girevole) diretta dal
maestro Emanuele Friello. Nelle intenzioni del
“Sistina” e della produzione (Peeparrow),
doveva essere preceduto dalla proiezione del
film, che dura poco meno di due ore.
Impossibile, sarebbe finito all’alba.
Mezzo secolo è passato, tante cose sono
accadute, la Storia è andata avanti, il percorso è
stato ispido. La “lettura” di oggi di “JCS” è
radicalmente mutata. All’uscita il pubblico è
però sempre emozionato dall’intensa spiritualità
che la storia contagia a pelle, un senso di gioia,
di armonia, pace e soprattutto di speranza.
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