Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ribadito chiaramente alla comunità internazionale che non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi. Questa posizione è stata espressa durante una riunione di governo, dove Netanyahu ha sottolineato che tale politica è stata adottata dal governo israeliano e che è stata apprezzata il supporto dell’amministrazione Biden. Ha anche precisato che non è Israele a ostacolare un accordo, bensì Hamas, le cui richieste estreme mirano a porre fine alla guerra senza compromettere la sicurezza israeliana.
Durante la notte, Israele ha ritirato tutte le truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi di combattimenti nell’area di Khan Yunis. Il Times of Israel ha riportato che rimane solo la brigata Nahal nell’enclave palestinese, con il compito di proteggere il Corridoio Netzarim, che attraversa Gaza fino alla costa da Beeri, nel sud di Israele.Intanto, ieri a Tel Aviv, centomila persone sono scese in piazza per chiedere la liberazione degli ostaggi, le dimissioni del premier Netanyahu e elezioni anticipate.
In risposta all’attacco israeliano del primo aprile a Damasco, l’Iran ha minacciato Israele dichiarando che “l’attacco israeliano non rimarrà senza risposta” e che la vendetta dell’Iran è inevitabile, con Teheran che deciderà quando e come agire, come affermato dal capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri.
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