Medio Oriente: sospese le trattative per la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas

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(Anas-Mohammed/Shutterstock) Le trattative per la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas sono state sospese. Lo ha annunciato l’emittente televisiva israeliana Kan 11, riportando che i mediatori di Egitto e Qatar hanno verificato l’impossibilità di raggiungere un accordo con Israele in questa fase.

Ritrovamento di Corpi di Ostaggi Israeliani a Gaza

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso il suo dolore per la tragica scoperta fatta a Gaza dalle forze di difesa israeliane (IDF). I corpi di tre ostaggi israeliani, uccisi il 7 ottobre, sono stati ritrovati. Si tratta di Amit Buskila (28 anni), Shani Luk (23 anni) e Itzhak Galarenter (56 anni). “Il cuore si spezza per una perdita così grande”, ha dichiarato Netanyahu in seguito alla notizia.

Pressioni Internazionali su Israele

Israele ha il diritto di “esercitare il proprio diritto alla difesa”, ma deve rispettare il diritto internazionale. Questo è stato il messaggio contenuto in una lettera inviata al ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, dai suoi omologhi di diversi paesi. Coordinati da Antonio Tajani per la presidenza del G7, i ministri degli Esteri di Italia, Canada, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito, Svezia, Australia e Corea del Sud hanno avvertito che l’operazione su larga scala a Rafah “avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”.

Contesto delle Trattative

Le trattative per la liberazione degli ostaggi sono state complicate e piene di tensioni. Gli sforzi mediatori di Egitto e Qatar hanno cercato di trovare una soluzione pacifica, ma le differenze irrisolte e le condizioni sul terreno hanno reso impossibile un accordo in questa fase. La situazione rimane estremamente delicata, con un impatto significativo sia per gli ostaggi e le loro famiglie sia per la più ampia popolazione della regione.

La comunità internazionale continua a monitorare la situazione da vicino, cercando di bilanciare il diritto di Israele alla difesa con la necessità di proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale umanitario.

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