Medio Oriente: Israele pronto a un accordo per riavere gli ostaggi, ma tregua solo dopo la distruzione di Hamas

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(hosny_salah/pixabay) Israele si è dichiarato pronto a raggiungere un accordo per riavere gli ostaggi, ma la tregua verrà accettata solo dopo la distruzione di Hamas. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, durante una visita a Madrid. “Hamas ha accolto positivamente la proposta di cessate il fuoco a Gaza e ora aspettiamo la risposta di Israele,” ha dichiarato Shoukry.

Le mosse di Netanyahu

Secondo fonti vicine al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il leader ha convocato il ministro della sicurezza nazionale e leader della destra radicale, Itamar Ben Gvir, per discutere il possibile accordo con Hamas. Questa mossa segnala l’importanza e la delicatezza della situazione, con implicazioni significative per la sicurezza e la politica interna israeliana.

Raid aereo israeliano in Siria

Nel frattempo, continua l’escalation di violenza nella regione. Il bilancio del raid aereo israeliano compiuto nella notte nel nord della Siria è salito a 16 miliziani siriani filo-iraniani uccisi. L’attacco, avvenuto nei pressi di Aleppo, ha colpito depositi di armi di Hezbollah e una fabbrica di rame nelle località di Hayyan e Tamura, vicino a basi militari russe e turche presenti nella regione. A riportarlo è l’Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani in Siria.

Vittime civili a Gaza

L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito che almeno 12 persone, tra cui donne e bambini, sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in una serie di bombardamenti israeliani che hanno colpito le zone di Khan Yunis e Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Inoltre, altri 10 morti sono stati riportati in due attacchi israeliani sui campi profughi di Bureij e Nuseirat, nel centro di Gaza.

Una situazione tesa

La situazione rimane estremamente tesa, con le azioni militari che continuano a causare vittime civili e ad aggravare la crisi umanitaria nella regione. La comunità internazionale segue con preoccupazione gli sviluppi, sperando in una soluzione pacifica e duratura al conflitto.

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