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Visita lampo in Albania per Giorgia Meloni

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ROMA – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accompagnata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha effettuato una visita lampo in Albania. L’obiettivo del viaggio è stato verificare lo stato di realizzazione del centro di prima accoglienza di Shengjin e del centro di permanenza di Gjader, a seguito del protocollo sottoscritto a novembre con il primo ministro albanese Edi Rama. Meloni ha rinnovato la solidarietà del governo italiano a Rama per gli attacchi ricevuti recentemente.

Parallelamente, Meloni ha presentato un esposto alla Procura Antimafia riguardo agli ingressi in Italia di lavoratori stranieri tramite i ‘decreti flussi’. La premier ha evidenziato come questi decreti siano utilizzati dalla criminalità organizzata come canale per l’immigrazione irregolare.

“Dati Allarmanti” sui Decreti Flussi

Nel corso del Consiglio dei ministri, Meloni ha illustrato i risultati del monitoraggio sugli ultimi due anni, che ha rivelato “dati allarmanti” soprattutto in regioni come la Campania. Questo ha portato la premier a consegnare un esposto al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, denunciando le problematiche legate all’applicazione dei decreti flussi. Meloni ha rivendicato una riduzione del 60% degli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo del 2023, attribuendo questo risultato ai rapporti di collaborazione con Tunisia e Libia.

Infiltrazioni della Criminalità Organizzata

Secondo il Viminale, dall’inizio dell’anno sono sbarcati 21.574 migranti, contro i 51.628 dei primi cinque mesi del 2023. Tuttavia, Meloni ha posto l’accento sulle possibili ingerenze mafiose nel sistema di ingresso per motivi di lavoro, compreso quello stagionale. Il governo ha varato a fine 2022 un decreto per 82.705 persone, successivamente ampliato nel 2023 a 452.000 persone per un triennio. Il monitoraggio ha rivelato difficoltà significative e sospetti di frodi legate alle infiltrazioni della criminalità organizzata.

Meloni ha annunciato interventi amministrativi e normativi che saranno discussi in un Consiglio dei ministri dopo il G7. Inoltre, si prospetta una modifica della legge Bossi-Fini, già anticipata dal sottosegretario Alfredo Mantovano. L’esposto presentato alla Procura Antimafia permetterà di attivare le Procure distrettuali, sotto la guida della Procura nazionale antimafia, per coordinare le indagini e contrastare le infiltrazioni mafiose nel sistema dei decreti flussi.

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