Ormai manca solo l’ufficialità: l’olandese Mark Rutte raccoglierà il testimone di Jens Stoltenberg e diventerà il nuovo segretario generale della NATO, ora che sono caduti i veti del premier ungherese Viktor Orbán e della Romania di Klaus Iohannis. L’investitura potrebbe arrivare il prossimo 2 ottobre.
MARK RUTTE, LA SUA STORIA
Dal 2010, Mark Rutte è stato al capo del governo dei Paesi Bassi, tallonando Angela Merkel per longevità. Liberale, 1,94 m di altezza, protestante, mago della negoziazione e nel formare governi di minoranza risicati: ecco la sua storia.
GLI STUDI E LA POLITICA DA GIOVANE
Mark Rutte è nato a L’Aia il 14 febbraio 1967, figlio di un commerciante attivo nelle Indie. Dopo aver frequentato il ginnasio, specializzandosi in arte, studia Storia all’Università di Leida, dove si laurea nel 1992. Durante questo periodo, entra nell’Organizzazione Giovanile per la Libertà e la Democrazia (JOVD), di cui è presidente tra il 1988 e il 1991.
I PRIMI ANNI 2000 – RUTTE NEL GOVERNO DI BALKENENDE
Prima di dedicarsi completamente alla politica, Rutte si fa conoscere nel mondo degli affari, ricoprendo il ruolo di manager in società come Calvé e Unilever. Nel 2002, viene nominato Segretario di Stato per gli affari sociali e l’occupazione nel primo governo di Jan Peter Balkenende.
LA SCALATA POLITICA
Da quel momento, la carriera politica di Rutte prende il volo. Ricopre vari incarichi legati al welfare e all’istruzione, guadagnando sempre più rilevanza all’interno del VVD. Nel 2006, diventa il direttore della campagna elettorale per le elezioni municipali, nonostante il partito non ottenga grandi risultati.
IL VVD AL GOVERNO
Nonostante le difficoltà nelle elezioni municipali, Rutte diventa leader del VVD alla fine del 2006. Alle elezioni del 2010, il VVD supera la soglia del 20%, e Rutte ottiene l’incarico di formare il governo.
IL PRIMO LIBERALE AL GOVERNO DAL 1918
Nel 2010, Rutte diventa il primo liberale a guidare il governo olandese dal 1918 e, a 43 anni, il secondo premier più giovane della storia olandese. La sua coalizione, sebbene criticata per l’appoggio esterno del Partito per le Libertà (PVV) di Geert Wilders, porta avanti riforme significative, tagliando il deficit e la spesa pubblica, e introducendo leggi restrittive sull’immigrazione e sul divieto del burqa nei luoghi pubblici.
IL SECONDO GOVERNO RUTTE
Nel 2012, la coalizione di Rutte crolla a causa della sua eterogeneità. Tuttavia, alle nuove elezioni, il VVD conquista 41 seggi, permettendo a Laburisti e Popolari di allearsi e dare vita al secondo governo Rutte.
IL TERZO GOVERNO RUTTE
Nel 2017, il VVD di Rutte, pur perdendo 5 punti e 8 seggi, resta primo partito di governo, mentre i Laburisti pagano caro l’alleanza, crollando alle urne. Il terzo esecutivo Rutte è formato da CDA, socialdemocratici e dalla piccola Unione Cristiana. Uno scandalo sugli aiuti sociali, con profilazione etnica dei beneficiari, fa crollare il terzo governo Rutte: emerge che il governo avrebbe accusato ingiustamente decine di migliaia di famiglie di aver chiesto in modo fraudolento i sussidi per l’assistenza all’infanzia tra il 2013 e il 2019. Nel gennaio 2021, Rutte rassegna le dimissioni.
IL QUARTO GOVERNO RUTTE
Si torna a votare e il VVD ottiene di nuovo la maggioranza. Non è un plebiscito: ci vogliono 271 giorni per formare un nuovo governo. La coalizione include anche i liberali di D66, i cristiano-democratici dell’Appello Cristiano Democratico e i calvinisti dell’Unione Cristiana (CU). Anche stavolta, Rutte dura poco. Nel 2023, gli è fatale la questione migranti: impossibile, nonostante un estenuante negoziato, trovare la quadra sulle nuove misure da mettere in campo su migrazione e asilo. Rutte e l’Appello Cristiano Democratico spingevano per una limitazione netta del ricongiungimento familiare per i migranti. L’altra metà dell’alleanza, i liberali del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana, si oppongono. Rutte annuncia che non si ricandiderà più.
LA CARRIERA INTERNAZIONALE
Con la sua nomina imminente a segretario generale della NATO, Rutte porta con sé una vasta esperienza in politica nazionale e internazionale, pronta a essere messa al servizio dell’alleanza atlantica in un periodo di crescenti sfide globali.
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